Page 53 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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Informazioni, il quale, data la delicatezza dell’argomento, doveva raccordarsi
                     strettamente con il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito affinché la propagan-
                     da fosse tenuta in quei limiti che la rendessero effettivamente utile. Scriveva
                     Tripiccione che la propaganda era la più moderna tra le varie opzioni  di un
                     Servizio Informazioni. Era sorta durante la guerra  e da quel momento si era   36   Intendeva la guerra
                                                                       36
                     notevolmente sviluppata. La Francia era stata una dei primi stati a servirsene,   del 1915-1918.
                     agendo sulla popolazione alsaziana contro la Germania, spingendo alla diser-
                     zione soldati alsaziani e lorenesi, tenendo vivo il patriottismo e incitando con-
                     tinuamente all’odio contro il tedesco invasore.
                        Nello  stesso  settore,  quasi  contemporaneamente,  si  era  abilmente  mossa
                     l’Austria, naturalmente soprattutto contro l’Italia, allo scopo di favorire e ec-
                     citare quello spirito sovversivo che Vienna riteneva connaturato nello spirito
                     politico del soldato italiano.
                        Propaganda e stampa erano due strumenti sinergici. Ben lo aveva capito
                     l’Inghilterra – chiosava Tripiccione –, che aveva unificato, coordinato e disci-
                     plinato tutti i suoi organi nel settore, mettendo a capo dell’organizzazione un
                     grande esperto quale Lord Northcliffe, proprietario di grandi giornali inglesi.
                     Nella prima guerra mondiale egli diresse abilmente la propaganda in America,
                     tanto che gli Stati Uniti furono convinti a scendere in guerra accanto agli in-
                     glesi; in seguito ogni settore di quella alleata era stato messo sotto la direzione
                     inglese mediante la creazione di un Comitato del quale facevano parte tutti i
                     rappresentanti degli stati alleati (anche l’Italia era presente, con l’On. Gallen-
                     ga).
                        La propaganda verso l’Austria durante il primo conflitto mondiale fu affi-
                     data proprio al Comando Supremo: l’impero austro-ungarico per la sua vastità
                     ed eterogeneità si prestava a una grandissima e delicata opera di divulgazione
                     verso quelle popolazioni, soprattutto verso quelle che erano più tiranneggiate
                     dal Governo di Vienna.
                        Presso il Comando Supremo fu costituito, il 18 aprile del 1918, un Comitato
                     interalleato a capo del quale fu posto il colonnello Siciliani, in servizio di Stato
                     Maggiore. Di questo organo facevano parte lo scrittore Ugo Ojetti, il colonnello
                     inglese Grauville Baker e il maggiore francese Gruset, oltre ai rappresentanti
                     di tutte le ‘nazioni oppresse’. Il Comitato aveva a disposizione una tipografia
                     poliglotta a Reggio Emilia, che poteva stampare in quattro lingue, oltre alle più
                     conosciute, cioè anche in ceco, in jugoslavo, in rumeno e in polacco. Il Comitato
                     si avvaleva poi di un Ufficio speciale, diretto dal professore Borgese, che risie-
                     deva a Berna. I mezzi utilizzati per tradurre in atto la propaganda consistevano
                     in manifestini, opuscoli, foglietti, fotografie, caricature che venivano lanciati
                     per mezzo di palloncini, aeroplani, dirigibili, razzi speciali… Vale ricordare in
                     proposito il volo su Vienna dell’8 agosto 1918, quando il maggiore Gabriele
                     D’Annunzio e altri aviatori lanciarono sulla capitale austriaca 50.000 volantini
                     ma il vero ritorno propagandistico fu l’aver sorvolato  una città nemica senza
                     danno alcuno…





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