Page 59 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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masse nemiche di riserva o di manovra fuori dalla zona d’operazioni, eventua-
li lavori ferroviari, piani caricatori, scambi compiuti dal nemico in stazioni o
che lasciassero prevedere l’intensificazione di movimenti di truppe in una data
direzione oppure, in caso di guerra di stabilizzazione, la preparazione di linee
difensive arretrate, il concentramento di grandi riserve, località in cui esisteva-
no impianti fissi per l’aeronautica. Sono solo alcune fra le tante possibilità di
impiego.
Agli Uffici Informazioni di Armata spettava la sorveglianza continua delle re- 42 Sottolineato nel te-
42
trovie nemiche. L’aviazione impiegata alle dipendenze di quegli Uffici doveva sto originale.
fornire costanti notizie su ciò che riguardava i progetti operativi dell’avversa-
rio, mutamenti dell’atteggiamento… oppure verificare le informazioni che per-
venivano agli Uffici da altre fonti (disertori, prigionieri, documenti, osservatori
terrestri). Inoltre l’aviazione degli Uffici Informazioni d’Armata doveva fornire
dati precisi relativi al terreno, ai lavori difensivi, a quelli stradali, alle postazioni
dell’artiglieria, all’impiego di nuovi mezzi, insomma su tutto quello che costi-
tuiva la vita e l’attività nemica. Per tutti questi obiettivi l’aviazione si serviva
esclusivamente della fotografia, strumento con il quale documentava il proprio
lavoro.
Commentava Tripiccione che, a causa dell’importanza che nella guerra mo-
derna avevano assunto l’impiego dei mezzi e lo sfruttamento del terreno, occor-
reva persuadersi che anche in caso di guerra di movimento tutte le operazioni in
grande stile sarebbero state precedute da un intenso lavoro di preparazione che
comprendeva l’organizzazione del terreno e un notevole accumulo di mezzi e
materiali che non sarebbero sfuggiti all’obiettivo fotografico degli apparecchi di
ricognizione: aumento del traffico in particolari strade, lavori di mascheramen-
to, postazioni per artiglieria, tettoie per materiali, tutto poteva divenire infor-
mazione interessante. Anche un eventuale atteggiamento difensivo era sempre
caratterizzato da importanti lavori di sistemazione del territorio.
Ovviamente, affinché l’aviazione potesse essere una utile fonte di notizie
occorreva che fosse ben indirizzata e, secondo Tripiccione, il primo compito da
dare alle squadriglie all’inizio delle ostilità era quello che i francesi chiamavano
couverture photographique du terrain, lavoro che andava portato a compimento
con rapidità e che richiedeva la disponibilità di un certo numero di velivoli.
Una volta condotto a termine questo primo lavoro fotografico, l’Ufficio In-
formazioni d’Armata affidava alle squadriglie a disposizione chiare mansioni
fotografiche aeree su specifici punti d’interesse. In tali casi l’Ufficio doveva spe-
cificare gli scopi e allegare ad essi una carta topografica ove fosse chiaramente
indicata la zona oggetto della ricognizione, mentre la Sezione Cartografica del
Comando d’Armata doveva tenere aggiornate le mappe della fotografia aerea,
sulla scorta di quanto veniva di volta in volta comunicato, per poter procedere
al lavoro di confronto necessario a rilevare le modificazioni apportate dal ne-
mico.
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