Page 140 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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l'insegnamento all'Istituto Universitario Navale e si evitò forse di peggio per l'inter-
               vento personale del filosofo Giovanni Gentile). Ma i dati di Epicarmo Corbino, e
               quindi la sua «previsione»,  non erano molto lontano dal vero (ci fu  anzi solo uno
               scarto del5% tra i dati indicati da Corbino e quelli veri che si seppero solo successi-
               vamente, tanto che gli inglesi, dopo l'armistizio, si premurarono di chiedere a Corbi-
               no come mai disponesse di dati così precisi).                         .
                   In ambito nazionale ci volle ancora un anno per rendersi conto di come stesse
               la situazione internazionale dei traffici marittimi e quali potessero essere i suoi pre-
               vedibili sviluppi. Nelle carte del Servizio Segreto della Marina, il SIS, ci sono due
               promemoria (il primo del24 aprile, il secondo del19 giugno 1943) che, nonostante
               l'ottimismo di maniera ancora imperante, nonostante la sovrastima dei dati degli af-
               fondamenti effettuati dalle Marine dell~sse, in sostanza in una serie di proiezioni
               statistiche illustranti,  secondo il giudizio e gli elementi raccolti dal  SIS,  la consi-
               stenza, le nuove costruzioni e le perdite del naviglio  mercantile nemico si  arriva,
               sia pur velatamente, a conclusioni non diverse da quelle predette su base puramente
               iudiziaria e induttiva da Epicarmo Corbino agli  inizi del  1942  (12).
                   In sede politica, la crisi dei trasporti marittimi nazionali viene realizzata chia-
               ramente nella riunione straordinaria dei Capi dei Ministeri militari tenutasi a Palaz-
               zo Venezia il10 marzo 1943, su richiesta del Ministro delle Comunicazioni. In tale
               occasione il ministro Cini, conte di Monselice, prospetta una situazione marittima
               ai limlti delle possibilità, alla vigilia del collasso operativo: il coefficente di utilizzo
               del naviglio è minimo per mancanza di scorte, per le offese aeree e subacquee del
              . nemico, per deficienza di attrezzature portuali, scarsità delle banchine, magazzini,
               scali ferroviari, minima capacità di carico e scarico dovuta alla situazione delle mae-
               stranze( ... ),  il ritmo stesso degli affondamenti è diventato assai preoccupante.  La
               media degli ultimi otto mesi è' stata di 50-55 mila tonnellate al mese. La media degli
              ultimi due 4  mesi è di 80 mila tonnellate.  Tra poco non esisterà più una Marina
               Mercantile italiana.
                   Mussolini nella sua risposta mostra che la sua brinkmanship è ormai alle corde:
               non si deve pensare ormai ad un capovolgimento della situazione, sarebbe un sogno,
               si tratta di durare, si tratta ·di galleggiare. L'importante è continuare a galleggiare! (13)
                   Era l'epitaffio, era l'epicedio del potere marittimo italiano quale era stato con-
              cepito in maniera scenografica dalla volontà di potenza del regime e nella cui crisi,
               ancora una volta, la Marina Mercantile e la lotta per il dominio delle comunicazioni
              marittime avevano  finito  per giocare un ruolo fondamentale.












               (12)  Archivio Centrale dello Stato, Ministero della Marina,  Gabinetto- Archivio Segreto,  (1943), c.  420,
                  fase.  9/1 (apprezzamento dd SIS al Ministero Marina sulla consistenza attuale dd naviglio mer-
                  cantile nemico, ff.  gg.  n.  8937 e  13729 del 24 aprile e  19  giugno  1943).
               (13)  Per wta rievocazione ddla riunionf! in questione vds. F.W. Deakin, Storia della Repubblica di Salò,
                  Torino,  Einaudi 1963, vol.  I, p.  2.83  e segg..   ·

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