Page 17 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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3) nello stabilire un legame tra la guerra difensiva contro Francia ed Inghilterra ed
un atteggiamento offensivo eventuale contro la Iugoslavia, la Grecia o la Turchia.
L'apparente inspiegabilità di questa scelta trov~ una prima chiarificazione in
una delle generalizzazioni alle quali è giunta la teoria delle relazioni internazionali.
Nella dinamica tipica della ba/ance of power si incontrerebbe un orientamento di-
fensivo quando uno Stato . stringe alleanza militare uscendo da un isolamento
politico-militare come quello nel quale l'Italia fascista si era trovata a lungo.
Una lettura di una risposta come questa al problema strategico posto dalla al-
leanza militare con la Germania deve sottolineare - se vuole essere convincente
- secondo me, anche l'abbandono di ogni strategia diretta nei confronti del nemico
principale e l'adozione di una specie di strategia indiretta. di natura più politica che
militare, direi addirittura di impronta diplOmatica: gli interessi dell'Italia erano col-
locati· altrove, non ci appaiono perciò incompatibili con quelli franco-inglesi, ma,
semmai, concorrenziali con quelli dell'alleato. .
Alla luce di queste considerazioni vanno viste le predisposizioni operative dd
tempo della· guerra rifiutata, in quanto tutta tedesca e per nulla italiana. Dall'agosto
del1939 al maggio del 1940 sul piano della strategia militare si registrò:
a) un perfezionat:riento dei piani contro la Iugoslavia prima col PR 12 FO (novem-
bre) poi col PR 12 appendice I (marzo), tendenti ad occupare la Iugoslavia set·
tentrionale (Slovenia e Croazia); a tal fine fu prevista una doppia avanzata da
Gorizia e Fiume, per Lubiana e Karlovac, su Zagabria (appendice I presupponeva
come indispensabili sommovimenti interni);
b) una seconda edizione del PR 12 (l marzo 1940) che recepiva tutte le principali
modifiche apportate nella variante del marzo 1939; r
c) lo studio e le predisposizioni delle direttive per la OMG (Operazioni Militari
in Grecia) divenuta per un certo tempo prioritaria nei confronti delle operazioni
contro la Iugoslavia;
d) l'apprestamento o il rinnovo dei piani operativi dellhronautica e della Marina.
Le ipotesi di guerra prese in considerazione nei piani della Marina erano più
numerose di quelle dell'Esercito (ad esempio comprendevano nei possibili schiera-
menti ostili anche l'Unione Sovietica); sulla base di ognuna di queste ipotesi «diret-
tive generali navali ed aeree» impartivano ai comandi gli ordini per la condotta delle
operazioni navali; quelle dell'agosto 1939, alla vigilia dello scoppio della guerra in
Europa, si basavano su una guerra di logoramento (la parola è nel testo) condotta
con azioni offensive nel Mediterraneo centrale e difensive ad occidente ed oriente
di esso. Fine della manovra strategica era impedire la riunione dei due nuclei da ba:t-
taglia nemici ma non al prezza di dare o accettare battaglia in condizioni di infe-
riorità.
I piani dell~ronautica seguivano nella denominazione, nel numero e nella da-
ta di edizione quelli. dell'Esercito. Al contrario di questi ultimi contenevano però
indicazioni precise sugli obiettivi da battere (e le forze da impiegare) e il problema
stava semmai nell'ordine di priorità da dare loro e nell'interesse primario che essi
rivestivano per la stessa Aeronautica oppure per le altre due Armi. Ad esempio nel
caso del PR 12 del1939lo Stato Maggiore prevedeva- ferma restando la dirama-
zione di direttive particolareggiate al momento della rottura delle ostilità .....;... come
obiettivi di primo tempo le for2:e aeree e navali franco-.inglesi, assegnando priorità l
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