Page 71 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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IL COMANDO  SUPREMO E  LA  GUERRA
                                   Preparazione e ritardi







                                                           GEN.  PIERLUIGI  BERTINARIA







          Premessa
               Dopo il patto di Monaco,  il Capo del Governo italiano si illuse di essere un
          grande mediatore e che la sua voce in Europa fosse una voce sentita, condizionante.
               D'altronde, le cordiali diplomazie con Francia ed Inghilterra potevano anche
          surrogare questa illusione,  unitamente alle  ripetute dichiarazioni di Hitler,  che il
          Reich non desiderava essere trascinato in una guerra.
               Alle richieste d'alleanza dd dittatore tedesco, pressanti dopo il1938, Mussoli-
          ni si limitava a dilazionare i termini.
              Alle successive sistematiche .violazioni di Berlino degli accordi di Monaco, si
          acul in Mussolini il timore di ulteriori iniziative tedesche, specie in Croazia, ed egli
          fece ricordare ad Hitler che il Mediterraneo non interessava la Germania e sospese
          i preparativi per una azione in Albania alla quale il ministro degli Esteri Ciano.lo
          spingeva da tempo.
               Era il momento propizio per un mutamento politico, puntando su un accordo
          con la Francia. Il Governo francese respinse tuttavia la proposta del suo Ministro
          degli Esteri, Bonnet, di riprendere le trattative con Roma e mai come allora la Fran-
          cia fu  arbitro della situazione e  prese l'indirizzo sbagliato.
               L'impresa italiana in Albania - attuata per dispetto e per riacquistare il presti-
          gio che Mussolini riteneva di aver perduto, come dittatore, di fronte ad Hitlér - .
          non fu che il primo passo falso compiuto, con il risultato che l'Italia perse definiti-
          vamente la libertà d'azione fra la Germania e le Potenze occidentali, richiamando
          inoltre su Roma le accuse di imperialismo e di aggressività fino ad allora polarizzate
          contro Berlino.
              Dall'isolamento creatosi, maturò quindi in Mussolini un progressivo avvicina-
          mento alla Germania che sfociò dapprima nei progetti di un patto bilaterale del set-
          tembre 1938, dell'ottobre successivo, d~ gennaio e dell'aprile 1939, ratificati infine
          nd «Patto d'Acciaio» il 22 maggio  1939, opportunatamente manipolato nella sua
          versione definitiva da Ribbentrop senza che Ciano, per scarsa lungimiranza, ravvi-
          sasse l'esigenza di farvi apporre precisazioni e vincoli scritti.      ·
              Il reciproco riconoscimento della necessità di conservare la pace per completa-
          re gli armamenti dava,  comunque, a Mussolini la speranza di avere dinnanzi a· sé

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