Page 171 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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in senso anti-democratico di tutto l'emisfero occidentale. Bisognava inol-
           tre  sfatare una leggenda,  e  cioè  che  il  fascismo  e  l'Italia  erano la  stessa
           cosa. Gli itala-americani dovevano essere fedeli  alla madrepatria, che pe-
           rò  non era  il regime:  la  guerra che veniva  combattuta  era  la  guerra  del
           fascismo,  non  degli  italiani.
                Una analisi dettagliata di tutti i temi affrontati nei documentati cin-
           quanta numeri del bollettino esula dallo scopo principale di questo saggio
           e quindi saranno sottolineati solo alcuni dei temi più ricorrenti, quelli in
           particolare che furono  utilizzati anche da Radio Londra e da Radio Mo-
           sca. La questione militare italiana fu uno dei primi problemi affrontati <74>:
           considerando integralmente la situazione italiana, e analizzando con fred-
           dezza l'effettiva potenzialità della forza militare- terrestre, aerea e nava-
           le  -, la  capacità industriale italiana  dipendente  per il combustibile da
           una Germania che lo razionava con grande attenzione, era inutile tuonare,
           come aveva fatto per anni la propaganda fascista, che l'Italia aveva l'asso-
           luta padronanza delle linee di comunicazione tra i suoi possedimenti e la
           Penisola, in grado di difendere tutto il territorio metropolitano e d'oltre-
           mare e possibilmente allargarlo.
                L'Esercito, l'Aeronautica e la Marina non erano preparate adeguata-
           mente alla guerra: il generale Cavallero era uno dei responsabili della de-
           bolezza  militare  italiana,  anche per la  sua  nota  corruzione,  ma,  mentre
           le  prime due armi  erano  inquinate,  senza  speranza,  dal  partito fascista
           e dai politici, la  Marina era riuscita al contrario, a mantenere una certa
           autonomia < 75 > e ad effettuare alcune egregie operazioni nel Mediterraneo,
           dimostrando una straordinaria vitalità, malgrado gli errori strategici com-
           piuti dagli  alti gradi militari e politici  del  regime.  Mussolini  era infatti
           l'unico responsabile della sconfitta in Albania e in Grecia: non il soldato
           italiano.

                Il Fiihrer, inoltre, non voleva una Italia vincente, per poterla meglio
           asservire all'autorità della Germania, creando quel nuovo ordine che egli aveva
           immaginato  per l'Europa,  un ordine  che  costituiva  un crimine continuo
           perpetrato ai danni della libertà delle nazioni e contro la libertà dell'indi-
           viduo  e delle  coscienze (76).


           (74)  Questo problema fu trattato nel secondo articolo delMazzini News n.  l  del14.2.1941
               e sarà un argomento costantemente sviluppato  nella  maggior parte dei bollettini.
           (75)  Su  questo  specifico  punto  si  veda  Mazzini  News  n.  33  del  2.10.1941.
           (76)  Cfr.  Mazzini News,  n.  5  del  19.3.1941.


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