Page 176 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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il dirompente ingresso sulla scena di nuove tecnologie, prima fra tutte la
"seconda generazione" di cacciabombardieri, quella dei temibili Lanca-
ster, per poter contrapporre un'efficacie resistenza e quindi per poter rag-
giungere in modo relativamente più facile le regioni dell'Italia del Nord.
La rotta mediterranea, ovvero quella partente dalla piazza di Malta o dal-
le basi britanniche in Grecia, risultò senz' altro più praticabile, ma par-
zialmente ostacolata dall'assedio al quale venivano costantemente sottoposte
dall'Asse sia Malta che i territori ellenici ancora controllati dagli Alleati.
Si attendeva, in conclusione, una congiuntura più favorevole, tanto
dal punto di vista politico-strategico che da un punto di vista tecnico-
militare, per poter scatenare attacchi di una certa entità e soprattutto di
una certa continuità sulle nostre regioni. Ma il 1941, nonostante la scarsa
importanza degli attacchi aerei sull'Italia, fu da questo punto di vista an-
che un anno "di svolta": si individuano sin dai primissimi giorni dell'an-
no alcune discriminanti che caratterizzeranno le incursioni degli anni
successivi. Anzitutto, come è già stato ricordato, in quest'anno la Gran
Bretagna iniziò ad utilizzare massicciamente le basi distribuite sul territo-
rio greco, dando indirettamente ragione a chi - soprattutto tra le file del-
l'alto comando tedesco- aveva temuto che il coinvolgimento prematuro
della Grecia nel conflitto avrebbe trasformato lo Stato balcanico in una
sorta di "portaerei naturale" in funzioni anti Asse. Un altro elemento di
svolta, stavolta da un punto di vista più prettamente "tattico", fu l'impie-
go (per la prima volta dall'inizio del conflitto) di forze paracadutate da
parte dei britannici: il 13 febbraio una trentina di commandos inglesi sa-
rebbe stata lanciata su alcuni centri nel salernitano. Questa azione- estre-
mamente limitata e priva di alcuna importanza militare - rappresentò
senz'altro il preludio di massicce operazioni aviotrasportate sul nostro Paese.
Ma l'elemento che più di ogni altro caratterizzò il 1941 come anno
"di svolta" fu l'adozione da parte del Bomber Command britannico del cri-
terio d'incursione detto dell'"Area Bombing", ossia il bombardamento di
intere zone attigue e limitrofe all'obiettivo militare o comunque strategico-
logisticÒ prescelto. In pratica, il diretto coinvolgimento nelle operazioni
delle popolazioni civili.
Infine, e lo si vedrà meglio nelle analisi delle principali incursioni,
il 1941 presentò una sostanziale "regionalizzazione" degli attacchi aerei.
Per i motivi già descritti, le regioni settentrionali italiane risultavano dif-
ficilmente raggiungibili, tenendo soprattutto conto che il Bomber Command
aveva delegato il coordinamento delle operazioni sul Mediterraneo (Italia
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