Page 178 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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britannica composta da grosse e potenti unità di superficie (tre corazzate,
tre incrociatori ed alcuni cacciatorpedinieri) giunse indisturbata nel golfo
di Genova. "C'era foschia nel golfo" scrive il Bonacina "mancava il più
rudimentale dei radar che potesse segnalare l'avvicinarsi del pericolo, ma
appare tutt'ora assurdo che nel secondo anno di guerra tutti dormissero
al punto da lasciare giungere le corazzate e gli incrociatori britannici, do-
po il levar del sole, sino ad otto miglia da Genova" (2). Alle 8.15 antime-
ridiane le unità navali nemiche iniziarono il cannoneggiamento del porto
e dei quartieri popolari limitrofi. In totale i palazzi e gli edifici colpiti fu-
rono 254, tra i quali l'Ospedale Galliera, il Palazzo dell'Accademia e l'Ar-
chivio Storico. I morti furono 143 e 274 i feriti. Primo ed unico attacco
navale sull'Italia nel1941, il disastro di Genova fu una delle più dramma-
tiche incursioni subite dal nostro Paese durante l'intero conflitto e - co-
me si vedrà in seguito - contribuì in misura rilevante a modificare
l'opinione degli italiani sulla durata e la pericolosità della guerra.
L'attività offensiva britannica di febbraio proseguì pochi giorni do-
po con la prima operazione aviotrasportata del conflitto.
1113 febbraio uno stormo di sei "Whitley Mark V" lanciarono sulla
campagna nei pressi della cittadina di Leviano, vicino a Salerno, trenta
commando con l'obiettivo di sabotare un acquedotto. L'operazione, bat-
tezzata forse in modo un po' pretenzioso "Colossus", si risolse in un tota-
le fallimento: in più riprese quasi tutti i paracadutisti britannici furono
catturati dai carabinieri e dalle guardie campestri. Se da marzo, a giugno
non vennero effettuate incursioni di grande rilevanza (da citare un attac-
co a Lecce, il 28 marzo ed alcune incursioni brevi e di lieve entità sulla
Sicilia a maggio ed a giugno), in luglio gli attacchi si cronicizzarono e si
concentrarono sul Mezzogiorno.
Nella notte tra il 9 e il 10 luglio numerosi rioni popolari di Napoli
furono squassati da centinaia di bombe dirompenti da mille libbre sgan-
ciate da uno stormo di Wellington, che causarono 3 7 morti e 87 feriti
tra la popolazione civile: l"'area bombing" iniziò così ad essere applicata
sistematicamente. Non avendo raggiunto gli obiettivi militari e logistici
prefissati, il comando britannico di Malta scatenò una nuova incursione
sulla città partenopea il 21 dello stesso mese: stavolta l'attacco venne sfer-
rato soprattutto sul porto e furono distrutti alcuni edifiCi della marina mi-
litare. Una settimana dopo fu la volta della Sicilia e per l'esattezza degli
aereoporti militari di Trapani, Augusta, Catania, Siracusa e Marsala.
(2) Ibidem, p. 84.
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