Page 180 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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non risparmiarono il centro abitato ed in particolare i rioni popolari: 96
               morti ed un imprecisato numero di feriti nonché numerosissime case de-
               vastate fino  alle fondamenta furono le drammatiche conseguenze dell'in-
               cursione. Facendo un rapporto tra il numero di abitanti della città pugliese
               (50 mila) e le vittime, la percentuale di morti fu senz'altro la più alta sof-
               ferta fino a quella data in un agglomerato italiano rispetto alla popolazio-
               ne abitante. Il mese continuò con durissimi attacchi sulla Sicilia (Catania,
               Messina, Licata, Augusta ed Acireale) che causarono in totale  circa  120
               morti tra la popolazione civile, e si concluse con alcune incursioni di me-
               dia  entità sulla  Calabria e sull'aereo porto  di  Elmas  in Sardegna.

                    111941 terminò dal punto di vista dei bombardamenti il6 dicembre
               con un attacco  "finale", relativamente lieve,  su  Napoli, che  concludeva
               così  il  suo  tragico  "autunno nero".
                    L'opinione pubblica affrontò nel1941le notizie dei bombardamenti
               sulle  città italiane  quasi  con serenità.  Scorrendo  i quotidiani  dell'epoca
               s'incontrano ad esempio numerosi articoli che  riportano in modo siste-
               matico le nascite di bambini nei rifugi durante le incursioni aeree nemi-
               che,  come per dare una sorta di "speranza di  vita"  ai lettori o forse  -
               più concretamente -   per dimostrare l'assoluta  sicurezza delle strutture
               di protezione antiaerea.  I giornali erano stati autorizzati a pubblicare le
               notizie degli attacchi sin dal 14 agosto  1940, come recitano in merito le
                "disposizioni" del Ministero per la  Cultura Popolare:  "Commentare le  in-
               cursioni  aeree  sull'Italia  ( ... ) toccando  i seguenti punti:

                l)  Né bombe  né volantini (tipica  espressione questi ultimi della stupidità,  inglese)
                  possono  muovere di un pollice la determinazione del popolo italiano che conosce
                  benissimo le cause della sua guerra.  Di una sola ed antica tirannia noi soffria-
                  mo:  quella della  Gran Bretagna.  I manifestini ci lasciano così indifferenti che
                  li pubblichiamo.
               2)  Ecco serviti i pochi imbecilli che cianciavano di inutilità dell'oscuramento  ecc ..
               3)  Come Gibilterra è nel nostro raggio d'azione, c'è sempre la possibilità di bombar-
                  damenti  nemici  nei  centri italiani.
                4)  Gli inglesi non possono che effettuare bombardamenti nelle ore di notte a casaccio
                  sulla popolazione;  non  osano  sfidare  la  nostra  caccia  e la  difesa  contraerea.
                   ( ... )" (4>.



                (4)  Claudio  Matteini,  Ordini  alla stampa,  Polilibraria,  Roma,  1945, pp.  115-116.


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