Page 181 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Tali "disposizioni" rimasero valide per tutto il 1941, ma si denota
- proseguendo nei mesi dell'anno ed avvicinandosi alle grandi tragedie
dell'autunno- una sempre maggiore propensione dei quotidiani italiani
ad astenersi dal riportare la cronaca di tutte le incursioni, forse sotto taci-
to "consiglio" delle autorità di regime: se inizialmente l'informazione re-
lativa alle devastazioni provocate dai "W ellington" era stata vista dal regime
come una sorta di "elemento scatenante" l'ostilità del "troppo pacifico"
popolo italiano contro l'odiato avversario, più aumentavano i disastri e
le devastazioni (e naturalmente le vittime innocenti) e più cresceva il ma-
lumore e la sfiducia.
Come si legge nel libro di Lambiase e Nazzaro su Napoli in guerra,
il "Mattino" riportò agli inizi del1941la notizia di un funerale comune
delle vittime di un bombardamento mai riportato dallo stesso quotidiano,
mentre, come altro esempio di quella tacita censura, i principali quotidia-
ni italiani scrissero del bombardamento navale su Genova due o addirit-
tura tre giorni dopo il 9 febbraio, riportando messaggi di cordoglio del
Pontefice e delle autorità per una tragedia mai annunciata (5)!
In effetti la popolazione italiana, dopo un anno di guerra, comincia-
va a sentirsi sempre maggiormente coinvolta. Nel suo libro L'Opinione de-
gli italiani sotto il regime, Simona Colarizi parla di due differenti atteggiamenti
della popolazione italiana. Nel mezzogiorno la gente, abituata alle priva-
zioni, affrontò i bombardamenti iniziati nel dicembre 1940 e poi prose-
guiti come s'è visto nel1941 con una sorta di fatalismo: ''Il popolo si prepara
a sopportare la guerra come si subiscono le epidemie, le calamità naturali contro
cui nulla si può fare" < 6>. Nelle regioni settentrionali l'atteggiamento è di-
verso, e anche un'incursione di lieve entità avrebbe potuto scatenare una
protesta dalle conseguenze imprevedibili per le autorità. In un rapporto
della polizia politica genovese al ministero degli Interni del 2 dicembre
1940 si legge: "Se a Genova accadesse per una decina di giorni solamente quello
che da due mesi si verifica a Londra ( ... ) è fuori dubbio ch·e la situazione politica
sarebbe da considerarsi veramente pericolosa"< 7>. Nulla di tutto ciò sarebbe ac-
caduto quando due mesi dopo la città ligure venne devastata dalle navi
britanniche, ma senz'altro dopo tale attacco la popolazione cominciò a
(5) Serio Lambiase- G. Battista Nazzaro, Napoli 1940-1945, Longanesi, Milano, 1978,
p. 77.
(6) Simona Colarizzi, L'opinione degli italiani sotto il regime, Laterza, Milano, 1990, p. 342.
(7) Ibidem, p. 343.
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