Page 177 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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compresa) alla  piazza di Malta,  delega  che le  sarebbe stata lasciata fino
            alla  seconda metà dell'anno:  gli obiettivi  raggiungibili  non potevano  di
             conseguenza oltrepassare gli Appennini; quindi le incursioni vennero "re-
            gionalizzate" sulle città del nostro Centro-Sud, e concentrate su quei porti
            militari in Campania, Puglia e Sicilia dai quali partivano i principali con-
             vogli  militari e logistici  diretti verso  il fronte  nordafricano.

                 Non potendo elencare tutte le incursioni avvenute sull'Italia nel 1941
             - si tenga conto che numerosissimi furono gli ''allarmi aerei senza incur-
             sione" e numerosi furono gli attacchi privi di qualsiasi conseguenza sui
             centri abitati e sugli obiettivi militari -  citeremo quelle più significative.
                 Il primo attacco aereo nemico del 1941 avvenne su Napoli, il9 gen-
             naio.  Al  di là delle  conseguenze dell'incursione  (secondarie,  comunque,
             soprattutto confrontandole con quelle delle furiose devastazioni dei mesi
             successivi), è significativo che la prima città italiana colpita dai "Vickers
             Wellington"  della  RAF  fosse la capitale campana, che si  sarebbe guada-
             gnato alla fine dell'anno il certo non invidiabile appellativo di "città mar-
             tire". Ma a parte ciò, il primo mese dell'anno passò senza causare eccessive
             preoccupazioni né alla nostra difesa antiaerea né alla popolazione civile.
                 Il mese successivo si contraddistinse per due episodi significativi, dei
             quali il  primo ebbe effetti  assai  più devastanti  dell'attacco  su Napoli.
                 Ai primi di febbraio una squadriglia di "Swordfish" (piccoli aereosi-
             luranti normalmente usati dai britannici per gli attacchi ai convogli nava-
             li) attaccarono e distrussero  parzialmente la  diga di Tirso, in Sardegna.
             "Non per questo"- scrive Giorgio Bonacina- "le nostre difese si fece-
             ro più vigili" O>:  in effetti un simile attacco avrebbe dovuto porre in sta-
             to  d'allerta  le  difese  costiere  tanto  dell'isola  quanto  di  tutto  il  litorale
             tosco-ligure, tenendo oltretutto conto che pochi giorni dopo, a Bordighe-
             ra, si sarebbe tenuto il famoso incontro tra il Duce e il neoinsediato ditta-
             tore  spagnolo Franco.

                  Fu molto probabilmente tale incontro, organizzato dal governo ita-
             liano per convincere il regime franchista a "saldare il debito" con l'Asse,
             a spingere lo Stato Maggiore britannico a scatenare una dirompente in-
             cursione dimostrativa sulla costa ligure quale intimidazione e deterrenza
             nei confronti del Caudillo. La mattina del 9 febbraio una squadra navale


             (l)  Giorgio Bonacina, Obiettivo  Italia.  I bomba,.damenti aerei delle città italiane dal 1940 al
                1945,  Mursia,  Milano,  1970 p.  83.


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