Page 16 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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              dante della Marina) decideva per la sospensione della guerra sottomarina
              in  Atlantico,  il  24  maggio,  per  l'insostenibilità  delle  perdite.
                   Nel frattempo -  a Londra -   si  era  costituito  uno Stato Maggiore
              misto anglo-americano per la pianificazione dell'invasione dell'Europa, ed
              a Washington iniziava la  terza conferenza alleata,  con Roosevelt e Chur-
              chill, allo scopo di definire l'attacco alla Sicilia e la condotta della guerra
              nel  Pacifico  e  nell'Occidente  (25  maggio).
                   La  Sicilia  e le  grandi città italiane erano  sottoposte a  pesanti  bom-
              bardamenti. Lo  spirito della popolazione veniva meno sia perché si pote-
              va  toccar. con mano il  fallimento  politico e militare della guerra italiana,
              sia per una sempre più pesante crisi alimentare. Gli scioperi imperversa-
              vano nelle fabbriche e non si scorgeva alcuna via d'uscita ad una situazio-
              ne senza sbocco. Lo strapotere alleato annichiliva e frustrava i combattenti
              che  attendevano  senza  speranza  l'invasione  della  Madre  Patria.
                   Alla  fine  del giugno del  1943, i tedeschi in Russia tenevano sempre
              la linea raggiunta nel novembre '42. L'Europa nazista, o dominata dal na-
              zismo, contava 310 milioni di abitanti. Ai 90 milioni della grande Germania
              si aggiungevano 100 milioni di alleati (Italia, Romania, Ungheria, Bulgaria,
              Finlandia, Slovacchia e Croazia) e 120 milioni di abitanti dei paesi occupati
              (Norvegia, Danimarca, Olanda, Belgio, Francia, Grecia, Iugoslavia, Boemia-
              Moravia,  Polonia  e  territori  occidentali  dell'Unione Sovietica).

                   Questa massa di uomini viventi in un continente ad alta capacità in-
              dustriale, che in teoria avrebbe potuto equipaggiare un esercito imbatti-
              bile,  era  divorata  dal  cancro  del  nazismo.
                   Con 280 divisioni,  nessuna delle quali in riserva, l'Esercito tedesco
              ne impegnava contro l'URSS solo  194, mentre le altre erano sparpagliate
              nel resto dell'Europa per contenere la minaccia anglo-americana o soggio-
              gare gli  altri  popoli.

                   I  suoi  alleati  ne  avevano  costituite  ben  160,  tutte  però  di  seconda
              efficienza. Schierate contro  il  nemico  ne  tenevano  solo  72;  le  rimanenti
              oziavano  nelle  guarnigioni  interne.
                   Il potenziale dell'Asse era dunque molto inferiore alle apparenze. La
              distruttività dell'ideologia fascista era tale che di essa, contro l'adagio cor-
              rente,  poteva  dirsi  che  "l'unione faceva  la  debolezza".
                   Per privilegiare la Germania essa sterilizzava buona parte delle forze
              vitali  degli  alleati  e degli  occupanti.  Fra le  molte cause,  non  fu  la  meno
              importante  nel  provocare la  defezione  degli  alleati  della  Germania.  Essi









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