Page 17 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA SITUAZIONE GLOBALE DEL CONFLITTO 17
la abbandonarono nelle identiche circostanze - quando ebbero il nemico
alla frontiera - e con le stesse modalità, cercando di ingannarla cernen-
done la vendetta.
Il caso volle che a metà del 1943 la parte del disertore toccasse all'I-
talia. In Italia la situazione era precipitata. I sacrifici materiali e di sangue
del popolo italiano erano stati molto inferiori a quelli subiti nella grande
guerra. Con la Sardegna e la Corsica, la Sicilia trascinerà con sé l'Italia,
che sarà alla mercé dello sterminio aereo.
Ora Mussolini non poteva trincerarsi dietro alla sorpresa. La Coro-
na temeva per il suo futuro, le Forze Armate non vedevano via di scampo
ed i suoi seguaci-fascisti della prima ora, con a capo Dino Grandi, indivi-
duavano nel Duce il solo ostacolo ad una resa inevitabile.
E chi faceva storici confronti con il 191 7 e Ca por etto era di gran
lunga fuori strada. La situazione era stata gravissima anche allora, ma l'A-
merica stava appena mobilitando a sostegno dell'Intesa; e dopo la rotta
sull'lsonzo, l'Esercito italiano aveva potuto schierarsi su un fronte più breve
e più difendibile.
Ma ora? Era nell'aria il terzo tentativo contro la Russia, cui era lega-
ta anche la sorte dell'Italia. Non si trattava di una offensiva generale come
nel 1941, né su mezzo fronte come nel 1942. -Era un attacco limitato
su uno schwerpunkt apparentemente allettante - il saliente di Kursk.
Il saliente si protendeva entro le linee tedesche per l 00 chilometri
di profondità con una base di 120, e un attacco sui fianchi sembrava una
soluzione obbligata. Ma bisognava fare in fretta perché i russi lo stavano
fortificando a velocità frenetica. E in aprile a un'offensiva su Kursk -
detta in codice operazione "cittadella" - erano favorevoli i principali co-
mandanti. Poi vennero i dubbi, e Hitler ne aggiunse altri, pretendendo
che i nuovi supercarri "tigre" e "pantera" fossero messi in linea nel mas-
simo numero, mentre il generale Guderian, nominato ispettore dell'arma
corazzata, ammoniva che questi mezzi non erano ancora sufficientemente
collaudati.
Dopo successivi rinvii, il 18 giugno Hitler fissò l'attacco per il 5 luglio.
Le forze contrapposte erano formidabili.
Da parte tedesca partecipavano le 15 divisioni della 9a Armata-
schierata a nord - agli ordini del generale Model; le 11 divisioni della
4 a corazzata, schierata al centro del saliente; nonché le 9 divisioni dell' Ar-
mata Kempf, schierate sul fronte meridionale. In riserva restavano 2 divi-
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