Page 18 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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18 PIERLUIGI BERTINARIA
sioni. In complesso, all'offensiva erano destinate 3 7 divisioni ad effettivi
completi, di cui 18 meccanizzate, per un totale di 900 000 uomini e 2000
carri, sostenuti dall'appoggio aereo di 1830 apparecchi della 4a e della
6a luftflotte.
Da parte russa la difesa, schierata su grande profondità, per decine
di chilometri, era assicurata dal fronte centrale e dal fronte di Voronez,
rispettivamente agli ordini dei generali Rokossovsikij e Vatunin, mentre
schierato in riserva alla bocca del saliente era il fronte <;iella steppa, che
avrebbe potuto accorrere verso le direzioni più minacciate.
Complessivamente le forze sovietiche - l O armate fucilieri e 3 armate
corazzate- contavano 1450 000 uomini, 3000 carri armati e 3300 aerei.
Poiché il doppio avvolgimento si estendeva per appena 100 chilometri,
si trattava del più concentrato attacco di mezzi meccanizzati cui la storia
avesse mai assistito. La battaglia si presentava - come quella di El Ala-
mein - quale replica di un'offensiva della prima guerra mondiale, senza
spazi manovrieri ed elevatissimi tassi di usura, dove all'artiglieria, agli uo-
mini ed alle armi leggere, si aggiungevano i mostri di acciaio, i cannoni
anticarro e le mine anticarro e antiuomo, che avevano preso il posto del
filo spinato.
Hitler non era sicuro del risultato: diede quindi ordine che il bolletti-
no della Wehrmacht non ne facesse menzione.
Sul fronte nord i tedeschi attaccarono di prima mattina. L'avanzata
fu snervante e le punte di penetrazione germaniche non riuscirono a sfo-
ciare in campo aperto. Il 9 luglio, dopo aver scardinato le linee russe con
un cuneo profondo 20 chilometri su una base di 50, il generale Model
si arrestò.
A sud i combattimenti furono ancora più violenti. Contrariamente
alle consuetudini, l'attacco iniziò alle 15 del 4 luglio. Ma nella notte un
violento nubrifragio fece impantanare le formazioni corazzate. Avanzando
con fatica tra campi minati, con densità di 5000 mine per chilometro linea-
re, i granatieri tedeschi si aprirono la strada per 40 chilometri, mentre
l'Armata Kempf si apriva ad oriente per coprire il fianco della 4a corazzata.
Ma mentre l'attenzione era tesa sull'operazione, pervennero a Rasten-
burg le notizie degli sbarchi in Sicilia.
Per l'Italia era la fine, tanto più che da Kursk arrivavano pessime
notizie. Il fronte della steppa intervenne a marce forzate e i112 luglio 850
carri T 34 della guardia presero sul fianco i 600 della 4 a corazzata. I ri-
sultati del gigantesco scontro furono indecisi, ma i tedeschi si arrestarono.
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