Page 23 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA SITUAZIONE GLOBALE DEL CONFLITTO 23
costretto ad una irreversibile strategia difensiva volta ad attendere sul ma-
re l'inevitabile controffensiva americana, anche per il sempre più gravoso
impegno dei suoi eserciti in Cina.
Anche la politica giapponese nella "grande area" sud-est asiatica -
posta sotto il suo dominio, secondo criteri amministrativi rigorosamente
centralizzati, che privavano le popolazioni delle minime possibilità di au-
togestione -, dopo la svolta militare nel Pacifico tra la fine del 1942 e
l'inizio del 1943 mutò il suo corso verso i popoli della " sfera di prosperi-
tà". La svolta era destinata ad avere una enorme importanza non solo per
la fase finale della guerra, ma anche e soprattutto per lo sviluppo post !:>el-
lico dell'Asia sud-orientale. Esponente di questo nuovo corso fu il mini-
stro degli esteri Sighemitsu, già ambasciatore a Londra e critico della politica
espansionistica di Tokio quale causa scatenante della guerra. Lanciando
la parola d'ordine "L'Asia agli asiatici", egli mirava a conferire l'indipen-
denza ai Paesi conquistati nell'ambito di un gruppo di Stati guidati ma
dominati dal Giappone, e ad acquisire la collaborazione delle forze politi-
che che si opponevano alla politica di occupazione giapponese, ivi com-
presa la Cina di Nanchino, eletta alleata di pari rango e di riconosciuta
sovranità: quella sovranità che i bianchi avevano limitato per cent'anni,
dal tempo della guerra dell'oppio.
Seguirono, da parte giapponese, le dichiarazioni d'indipendenza per
la Birmania e le Filippine, il riconoscimento di un'Indonesia indipenden-
te e la costituzione di un gruppo di Stati asiatici sud-orientali cui si ag-
giunse la Thailandia.
Al di fuori della "sfera di prosperità della grande Asia orientale" era
destinata a restare l'India, sebbene fosse lo Stato più importante ai confi-
ni di questo gruppo di Stati guidati dal Giappone.
Dopo il suo approdo alla sfera d'influenza giapponese, Subas Chan-
dra Bose garantiva a Tokio nel 1943 il piano per la penetrazione nipponi-
ca verso l'India, progettato fin dal 1942. Ma Bo se intendeva raggiungerne
la liberazione sostanzialmente con le proprie forze, soprattutto con l'Eser-
cito nazionale indiano formato dai prigionieri di guerra dell'esercito anglo-
indiano in mano giapponese. Ma praticamente, gli eventi bellici frustra-
rono le aspirazioni di Bose, anche se gli fu riconosciuto il "governo prov-
visorio dell'India libera". Titolo, ovviamente, del tutto accademico.
In conclusione, nel 1943, crollate le residue speranze di una guerra
di coalizione di grande respiro, mentre il conflitto europeo era condizio-
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