Page 25 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA FINE DELLE OPERAZIONI IN NORD AFRICA,
LO SBARCO ALLEATO IN SICILIA
E NELL'ITALIA MERIDIONALE
GIANCARLO GAY
È indubbio che la fine delle operazioni in Africa Settentrionale inizia
nel novembre del 1942, con la conclusione vittoriosa dei britannici della
battaglia di El Alamein e con lo sbarco anglo-americano in Nord Africa.
Tutti fattori che tolsero qualsiasi possibilità di una vittoria nello scacchie-
re Mediterraneo da parte delle Forze dell'Asse.
Da allora fino alla fine delle operazioni gli italo-tedeschi si ritrovano
a combattere non più su un solo fronte, quello egiziano, ma su due fronti
diversi destinati a congiungersi.
Lo sbarco in Africa non avrebbe dovuto rappresentare una sorpresa
per il Comando Supremo italiano, ma malgrado ciò nessuna predisposi-
zione era stata presa per fronteggiarlo, così che le Forze italiane, inviate
in tutta fretta in Tunisia furono frammischiate, senza salvaguardarne i vin-
coli organici, a quelle tedesche ed ai loro ordini.
Un afflusso massivo e più ordinato avrebbe consentito inizialmente
un atteggiamento più deciso, sia nei confronti delle truppe francesi e sia
di quelle tedesche, ed avrebbe evitato la dispersione e l'usura delle forze
e la messa in atto di tanti piccoli settori difensivi tutti deboli e vulnerabili.
Dal canto loro i tedeschi avevano sempre escluso uno sbarco alleato
in Nord Africa, convinti che una eventuale azione avversaria sarebbe sta-
ta portata in Corsica e Sardegna o, al limite, in Tripolitania.
Essi erano, infatti, convinti che i francesi si sarebbero battuti per con-
trastare un'invasione e, pertanto, gli Alleati sapendolo non avrebbero cor-
so i rischi di un insuccesso.
Mussolini, invece, era altrettanto fermamente convinto che i francesi
avrebbero aperto le porte agli invasori, cosa che in effetti avvenne in
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