Page 27 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA  FINE DELLE  OPERAZIONI  IN NORD AFRICA,                        27

                    Gli opposti punti di vista erano inconciliabili perché Rommel pensa-
               va ad un recupero delle forze  come quello attuato dai britannici a  Dun-
               kerque,  e  Cavallero  e  Kesselring intendevano prolungare al massimo  la
               resistenza  in Africa  per allontanare l'attacco diretto  all'Europa.

                    Entrambi erano convinti che Tripolitania e Tunisia costituissero un'u-
               nica entità da difendere globalmente per tenere separate le forze di Eisen-
               hower da quelle di Montgomery ed evitare di lasciarsi chiudere in Tuni-
               sia,  in  uno  spazio  ristretto  dominato dalle  forze  aeree  avversarie.
                    Il conflitto  di opinioni  non fu  mai risolto,  per cui le  operazioni in
               Tripolitania si svolsero in maniera confusa e contraddittoria, alla ricerca
               di un compromesso fra i due concetti operativi che portò alla fine ad un
               esito infausto delle operazioni ed al mancato conseguimento di un qual-
               siasi  risultato strategico, con la  perdita di tutte le  truppe impegnate.  La
               resistenza in Africa non fu prolungata, in modo da trarne un qualche ri-
               sultato concreto per la  difesa  dell'Europa ed alla  fine  andarono perdute
               tutte le  truppe che vi  furono  impegnate.
                    Nel corso della  ritirata Rommel riuscì  comunque a  fare  quello che
               volle e quando lo volle. Se da un lato riuscì comunque a salvare l'Armata
               italo-tedesca portandola in Tunisia in buone condizioni di efficienza, e non
               fu un risultato da poco, dall'altro, con la sua rapida ritirata, agevolò rsa

               Armata nella soluzione del gravissimo problema dei rifornimenti, lascian-
               do a disposizione di Montgomery il porto di Tripoli e contribuì a restrin-
               gere il teatro  di  operazioni alla  sola  Tunisia.
                    In maniera molto schematica la Campagna di Tunisia può essere sud-
               divisa  in tre  fasi.
                    Una prima fase della Campagna, il cui termine si può fissare nel mo-
               mento in cui, alla fine di gennaio, l'Armata italo-tedesca raggiunse il Ma-
               reth, cioè le porte della Tunisia, fu caratterizzata dalla messa a punto, da
               parte italo-tedesca,  dell'organizzazione dello  scacchiere e,  da parte degli
               Alleati, che da ovest avanzavano molto lentamente, dal fallito tentativo di
               occupare di  sorpresa  Biserta  e Tunisi.

                    Il lavoro di organizzazione italo-tedesco soffrì comunque della man-
               canza  di  una  direzione  unitaria.

                    Da un lato i comandi tedeschi dettero, a ragione, subito importanza
               e precedenza assoluta alla fronte nord, ricercando spazio in avanti per il
               mantenimento delle  posizioni chiave  della  difesa  della  testa di  sbarco.









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