Page 28 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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                    I combattimenti si concretizzarono essenzialmente in frequenti pun-
               tate offensive parziali, intese a sondare le  forze  avversarie e ad occupare
               località il cui possesso migliorava le  condizioni della difesa della testa  di
               sbarco.

                    I  tedeschi  operarono in questa  fase  seguendo  un concetto  di  difesa
               generalizzata, vivacizzata da locali combattimenti offensivi tendenti ad oc-
               cupare posizioni favorevoli,  a premessa di un'eventuale azione in grande
               stile  da  condurre  non appena fossero  state  radunate le  forze  necessarie.
                    Dal canto suo il Comando Supremo italiano, che valutava in manie-
               ra diversa la correlazione tra lo scacchiere libico e quello tunisino, si preoc-
               cupò  soprattutto  di  garantire  il  collegamento  operativo  tra  le  forze
               itala-tedesche operanti in Libia e quelle operanti nella Tunisia meridiona-
               le, nel timore che le forze alleate potessero tagliare l'Armata corazzata dal-
               le rimanenti forze, pericolo che nella fase iniziale era più potenziale che reale.
                    Il Comando Supremo si preoccupò, pertanto, di rafforzare la preesi-
               stente sistemazione difensiva del Mareth, sulla quale sarebbe stato gioco-
               forza  schierare  le  forze  di  Rommel,  una  volta  che  queste  fossero  state
               costrette  a  ripiegare  dalla  Tripolitania.
                    È indubbio che  se  il  Comando Supremo  avesse  dedicato  una  mag-
               gior attenzione ed una maggiore cura alla Tunisia, soprattutto nella  fase
               iniziale delle operazioni, ci sarebbe stata una migliore utilizzazione di quel
               periodo di tempo -  i primi 20 giorni dalla costituzione della testa di sbarco
               -  durante il quale vi furono perdite molto leggere di naviglio da traspor-
               to,  per far  affluire forze  italiane in quantità maggiore ed in maniera più
               ordinata, traendole anche da quelle dislocate in Sicilia, che avrebbero po-
               tuto  poi  essere  rimpiazzate  da  quelle  dislocate  nel  resto  della  Penisola.
                    La  seconda fase  della campagna, che si  situa tra i primi di febbraio
               e la prima decade di marzo, fu caratterizzata dalle iniziative offensive del-
               le  forze  dell'Asse.
                    Fu tentata una battuta d'arresto, con una manovra per linee interne,
               per respingere la minore delle due masse di forze  nemiche, quella prove-
               niente da ovest, e per guadagnare il tempo necessario a battere successiva-
               mente quella che era considerata principale, cioè 1'8 a  Armata britannica.

                    La manovra fallì e l'unico risultato importante che conseguì fu di evita-
               re che le forze Alleate tagliassero le comunicazioni tra la  l a  Armata italiana
               a sud e la 5 a  Armata tedesca a nord che inquadrava anche truppe italiane.









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