Page 31 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA  FINE  DELLE  OPERAZIONI  IN NORD  AFRJCA,                      31

               tacchi, che per la loro modesta mobilità ebbero caratteristica di reazioni
               parziali e locali,  non decisive nel quadro tattico dei vari settori investiti.
                    Le  divisioni Livorno e Napoli subirono pesanti perdite durante i con-
               trattacchi, condotti assieme ai tedeschi, nei primi giorni contro Gela e Si-
               racusa.
                    Esse cessarono ben presto di costituire unità omogenee ed i loro  re-
               parti superstiti finirono per essere inseriti in maniera frazionata tra le unità
               tedesche.
                    Sorte peggiore toccò alle divisioni Aosta ed Assiet!a che,  sottoposte a
               continui ordini di movimento, per l'evolversi della situazione, finirono per
               essere decimate durante i loro spostamenti, effettuati quasi sempre a pie-
               di  e  sotto  il  martellante  ed  onnipresente fuoco  aereo  alleato.
                    Giunte finalmente  in linea  sulle  Madonie queste due divisioni  non
               erano più tali ed i loro reparti superstiti furono presto inglobati nello schie-
               ramento  tedesco  a  difesa  dell'angolo  nord-orientale  dell'isola.
                    Malgrado tutto, la resistenza opposta da italiani e tedeschi fu tale che
               gli  alleati dovettero spostare il loro asse di gravitazione dalla destra, asse
               Catania-Messina,  al  centro  e  poi  all'ala  sinistra  del  loro  schieramento  e
               a non puntare più direttamente su Messina, ma ad avanzare verso il cen-
               tro  dell'isola  per  poi  convergere  da  ovest  su  Messina.
                    Nel frattempo era maturato il colpo di stato del 25  luglio  ed i tede-
               schi  divennero  naturalmente  più  diffidenti.
                    Se fino ad allora erano stati intransigenti nell'ubbidire all'ordine di
               non ripiegare se non costretti dalla pressione dell'avversario, da quel mo-
               mento cominciarono a ripiegare prima che la pressione nemica si facesse
               sentire.
                    L'intendimento evidente era quello di sottrarre le unità tedesche alla
               lotta ravvicinata mediante la condotta di una manovra in ritirata allo sco-
               po  di  recuperare  il  più  possibile  delle  forze.
                    I  comandi  italiani  dovettero  sottostare  a  tutto  ciò  perché qualsiasi
               altra soluzione era impossibile, compresa quella di una difesa ad oltranza
               dell'isola  solo  da  parte  delle  superstiti  forze  italiane.
                    Lo sgombero dell'isola da parte delle forze italiane e tedesche fu un'o-
               perazione che riuscì al di là delle più ottimistiche previsioni. Organizzata
               e diretta molto bene dal Comando del XIV Corpo d'Armata tedesco,  che
               si avvalse anche del Comando Militare Autonomo della Marina e del Co-
               mando dell'Esercito della piazza di Messina, fu  portata a compimento en-
               tro  i  termini  prestabiliti.









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