Page 292 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA PROPAGANDA E L'ESERCITO 291
di "emergenza" nel Paese, per i militari feriti, per quelli diretti ai fronti
o rientrati dalle zone di operazioni, per quelli in transito a qualsiasi titolo
presso i posti ristoro delle stazioni ferroviarie.
L'Ufficio Stampa e Assistenza ne prendeva atto, diramando le dispo-
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sizioni ai propri organi periferici per "opportuna norma" .< >
Nel settore della stampa, invece, la suddivisione delle competenze e
dei compiti fu più netta; l'autorità militare aveva il controllo sulla stampa
nazionale soltanto per la parte attinente alla sicurezza e disponeva su ogni
tipo di pubblicazione prodotta dai reparti o dai singoli militari (opuscoli,
calendari, cartoline, articoli, giornali redatti ai fronti, manifesti e volanti-
ni di propaganda e contropropaganda, fotografie, disegni ecc.).
Dal l gennaio 1943 il servizio di assistenza fu esteso anche alle truppe
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ai Depositi (dei reggimenti) delle varie Armi,m affinché fossero adegua-
tamente seguiti e soccorsi anche le reclute e i richiamati: un provvedimen-
to necessario per accogliere e preparare alla guerra contingenti estremamente
"fragili", in condizioni psicologiche delicate per il disastroso sviluppo de-
gli eventi in quell'anno.
Fino all'8 settembre, l'organizzazione e l'efficacia della propaganda
e dell'assistenza risentirono delle stesse, ripetitive carenze e deficienze de-
gli altri anni di guerra: mancanza di ufficiali particolarmente idonei al
servizio (e quindi un'affannosa, continua ricerca di personale, inficiata ancor
più dal fatto che nell'anno fu stabilito di trarre dalle classi anziani e dalle
categorie in congedo gli ufficiali da adibire al servizio); disattenzione di
molti Comandi in materia, soprattutto nella compilazione delle Relazioni
Mensili per l'autorità centrale (e quindi carenza di quegli elementi utili ad
una disamina articolata dei problemi da affrontare e dei provvedimenti
da adottare); continue diatribe tra autorità politiche e militari su sfere di
intervento e limiti di competenze di ciascuno (e quindi ritardi e/o spere-
quazioni nell'assistenza, con deleteri effetti sull'animo del soldato). Una
battaglia che si tentò di risolvere a colpi di circolari "chiarificatrici" che
servirono a poco, quando non furono tardive, o addirittura deleterie. Il
cambio di denominazione degli organi dovette, inoltre, confondere le idee
a molti, tanto che fu ritenuto necessario ribadire le principali funzioni de-
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gli organi di assistenza militari: < >
(6) A.U.S.S.M.E., fondo diari storici 2• G.M., registro N, busta 100/1.
(7) A.U.S.S.M.E., fondo circolari, registro M7, busta 529/9.
(8) A.U.S.S.M.E., fondo diari storici 2 • G.M., registro N, busta 100/1.
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