Page 294 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA  PROPAGANDA  E L'ESERCITO                                       293

              gestire  i  fondi  per l'assistenza,  di  pianificare l'assistenza  alle  truppe,  di
              preparare i notiziari radiofonici, di interessarsi o di promuovere, insom-
              ma,  tutte  le  attività  relative  all'assistenza  e  alla  propaganda.
                   Lo stesso giorno Ambrosio, Capo di Stato Maggiore Generale del Co-
              mando Supremo, scriveva a Badoglio,  Capo del Governo,  che il  servizio
              della  propaganda,  appena avviato  e da creare dalle  fondamenta,  per gli
              inevitabili risvolti politici che presentava era da porre alle dipendenze della
              Presidenza del Consiglio dei Ministri, mentre il Comando Supremo avrebbe
              dovuto  fornire  quegli  elementi  d'indole  militare  utili  ai  fini  della  pro-
              paganda.
                   In sostanza,  egli  riteneva  doveroso tenere estranee da ogni contatto
              o  azioni  politica  le  Forze  Armate.Oll

                   Il  giorno  dopo  però,  forse  in  attesa  delle  decisioni  di  Badoglio  e/o
              comunque per dare l'avvio all'attività propagandistica, sentiva il bisogno
              di impartire ordini per l' intensificazione dell'opera di propaganda presso
              le  truppe,  per  risvegliare  "nel combattente  l'amor  di  Patria fino  al sacrificio
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              della  vita".0 l
                   Tali ordini, che invitavano pressantemente Comandi e Reparti a  ri-
              costituire i propri organi di propaganda,  non escludevano tra le  finalità
              da raggiungere obiettivi politici, considerato che Ambrosia inviava diret-
              tive  che  dovevano:

                  rassicurare  il  combattente  sulla  piena  capacità  e  realtà  d'azione  del
                  Governo;
                  dimostrare le  necessità  che avevano  spinto  il  Governo all'armistizio;
                  mettere in rilievo come ogni popolo avesse il sacrosanto diritto di por-
                  re fine alla guerra allorquando qualsiasi speranza di vittoria fosse tra-
                  montata; come i tedeschi avessero tradito non solo  questo principio,
                  ma ogni altro principio giuridico e morale,  attaccando le  truppe ita-
                  liane,  occupando,  saccheggiando  e  devastando  le  città;
                  dimostrare soprattutto quali illusori vantaggi avrebbe avuto un'Italia
                  "vincitrice"  a  fianco  della  Germania,  e,  per contro,  quali  sarebbero
                  stati i vantaggi (reali, morali, spirituali e materiali) di una vittoria con-
                  quistata  a  fianco  delle  Nazioni  Unite.
                   Ambrosia concludeva disponendo che gli Stati Maggiori di Forza Ar-
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              mata compilassero,  a  partire dal  l  ottobre,  una  relazione  quindicinale

              (11)  A.U.S.S.M.E.,  fondo  diari  storici  2 •  G.M.,  registro  N,  busta  3050.
              (12)  A.U.S.S.M.E.,  fondo  Stato  Maggiore  Difesa,  registro  13,  busta  171/3.








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