Page 298 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA PROPAGANDA E L'ESERCITO 297
Ai primi di ottobre l'Ufficio anglo-americano per la stampa e la pro-
paganda (Psycological Warfere Branch- P.W.B.) presentò un piano di pro-
paganda al generale Gustavo Reisoli; il piano, discusso e modificato da
entrambe le parti, fu trasmesso a Badoglio per l'approvazione, secondo
i desideri del P.W.B.<22l
Il dettato di principio annunciava che la propaganda del Governo
italiano doveva perseguire gli stessi scopi di quella alleata, senza identifi-
carsi però in essa, poiché doveva conservare - nel possibile - carattere
nazionale.
Gli obiettivi da raggiungere riguardavano la resistenza ai tedeschi nelle
zone occupate, l'assistenza agli alleati nelle zone liberate, la ricomposizio-
ne dell'unità fra gli italiani, il rafforzamento dell'autorità del Governo ita-
liano, usando come strumenti la radio, la stampa, i manifesti, ed agenti
nelle zone occupate.
Il piano fissava anche le direttive generali, valide per ogni forma di
propaganda: diffondere con oggettività e rapidità note sulle operazioni mi-
litari, senza speculazioni ed escludendo le notizie provenienti da fonti dub-
bie; dare priorità a fatti relativi ad episodi di resistenza italiana nelle zone
occupate; porre in particolare rilievo gli esempi di collaborazione tra al-
leati e italiani; stigmatizzare gli episodi di brutalità, rapine, violenze e di-
struzioni operate dai tedeschi; sottolineare i comunicati del Governo italiano
e dei suoi capi; accreditare la Monarchia quale Istituzione che avrebbe
assicurato la continuità nella storia della Nazione; e mettere in sommo rilievo
la personalità del maresciallo Badoglio (una direttiva che fa molto riflettere).
Direttive speciali erano rivolte ai diversi mezzi, o strumenti di pro-
paganda.
Obiettivi privilegiati della radio erano la resistenza nell'Italia occupa-
ta e, in special modo, i lavoratori dell'industria nelle grandi città, i più dispo-
nibili ed idonei a condurre atti di sabotaggio, e quindi a disorganizzare l'in-
dustria bellica. I programmi radio, perciò, dovevano lanciare appelli ai la-
voratori, diffondere discorsi dei vari rappresentanti politici, descrivere la
vita delle zone liberate, inviare istruzioni alla resistenza e messaggi di in-
coraggiamento, trasmettere commenti politici e militari di note personalità.
La stampa doveva rispondere a principi di ampia libertà di opinioni
(ma nel filone delle direttive generali), rappresentare la "restaurazione dello
(22) A.U.S.S.M.E., fondo SMD, registro 13, busta 171/3.
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