Page 303 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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               Sicilia  avesse  influito  pesantemente sul  morale già depresso  di  tutti,  ag-
               giungeva ''gli Ufficiali e la truppa ... sono gravemente preoccupati dal fatto  di sen-
               tirsi nella materiale impossibilità di opporsi con successo ad eventuale serio tentativo
               di sbarco sulle coste della penisola.  Stato d'animo quanto mai pericoloso che non var-
               ranno a modificare discorsi propagandistici, esortazioni alla resistenza ad oltranza,
               richiami all'amor di Patria.  Tali discorsi,  esortazioni e richiami producono a volta
               effetti opposti a quello cui tendono, giacché l'ufficiale ed il soldato li giudicano frutto
               di sfiducia nella loro volontà di battersi, di compiere interamente il proprio dovere ... ''.
                    La  relazione  elencava,  inoltre,  le  carenze operative e logistiche  del-
               l' Armata; e sottolinea va  come fosse  diffuso  un "vivo senso  di sfiducia  e sco-
               raggiamento  nelle popolazioni"  per l'andamento sfavorevole delle operazioni
               in Sicilia,  per i  massicci e incessanti  bombardamenti delle  città italiane,
               per le  notevoli  difficoltà  alimentari.
                    Dello  stesso  tipo  furono  i  rilievi  evidenziati  dal  Comando della  2 a
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               Armata; < 0  dove particolari preoccupazioni suscitavano  "l'ansia" procu-
               rata dagli avvenimenti in Sicilia, specialmente nei militari siciliani, e dai
               timori  per le  notizie  dei  bombardamenti  sulle  città  italiane.
                    L'occupazione della  Sicilia  portò a  uno  sbandamento generale;  sul-
               l'animo dei siciliani ebbe effetti devastanti; nell'isola, i nativi abbandona-
               rono quasi tutti i reparti per portarsi a casa;  nel continente, disertarono
               in  molti per raggiungere la  propria terra;  sui  fronti,  furono  frustati  dal-
               l'impossibilità di  fare  qualsiasi  cosa.  I  siciliani  più fedeli  al giuramento
               prestato chiesero insistentemente di essere inviati a combattere l'invasore.
                    Ad occupazione avvenuta dell'isola, la situazione diventò caotica an-
               che sul continente, specialmente in Calabria, dove ripiegarono attraverso
               lo stretto -  secondo dati forniti dalla 6 a  Armata -  circa 7 5 000 uomini,
                                                                   2
               un  centinaio  di  pezzi  di  artiglieria  e  300 automezzi; (3 l  il  deflusso  delle
               truppe (pur abbandonate a se stesse,  sottolinea il documento) non diede luogo
               comunque a gravi disordini, anche se fino a tutto agosto non fu  raggiunto
               il  completo  controllo  della  situazione,  poiché furono  segnalati  a  tutto  il
               mese  arresti  di  militari  sbandati,  provenienti  non  solo  dalla  Sicilia.
                    Mentre avveniva l'occupazione della  Sicilia,  il  2 5 luglio  e la  caduta
               del fascismo aggiunsero altre paure e sortirono nell'animo dei militari tante
               e tali reazioni, che per molteplicità e complessità meriterebbero pondero-
               si  studi e analisi  approfondite.  Alcune  delucidazioni le  offrono,  comun-
               que,  i  documenti  stessi.


               (31)  A.U.S.S.M.E.,  fondo  IT,  registro  M3,  busta  78/5.
               (32)  A.U.S.S.M.E.,  fondo  SMRE,  registro  H5,  busta  3RR13.








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