Page 305 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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                   degli ufficiali, avvenga conservando a costoro i gradi di cui sono in atto insigni-
                   ti,  il che porterebbe  a posti di  comando  ufficiali che  non  hanno  la  necessaria
                   preparazione.
                   In  conclusione,  ufficiali,  truppa  e popolazioni  si sentono  sollevati dalla  cappa
                   di piombo che pesava sul paese, ma continuano ad essere preoccupati dai progres-
                   si del nemico in Sicilia, dalla materiale impossibilità di contrapporre alle forze
                   anglo-americane adeguati mezzi di offesa  e di difesa  e dagli incessanti e gravi
                   bombardamenti  aerei  delle  nostre  città.
                   Con accoramento,  a quest'ultimo riguardo, viene messo in rilievo che i bombar-
                   dieri nemici non  vengono affrontati nemmeno di giorno dalla nostra caccia ... ''.
                    Non  dissimili,  le  notizie  provenienti  il  15  agosto  dall'Ufficio  Assi-
                                                                                4
               stenza  della  2 a  Armata,  il  fronte  operativo  "più caldo"  rimasto: <3 >
               "Il cambiamento  del  Regime  ha  indubbiamente  recato  sollievo  agli spiriti,  ma gli
               sviluppi bellici in  Sicilia  ed i ripetuti bombardamenti sulle nostre città  continuano
               a gravare  sul morale  dei  militari,  mentre  la prima impressione  della  sostituzione
               del Governo aveva indotto numerosi elementi a credere che la fine della guerra fosse
               imminente.  Più che altro influisce il fatto  che la  massa  non  vede in quale maniera
               si potrà, in un tempo  anche non immediato,  avere la possibilità di riprendere il so-
               pravvento sui nostri  nemici, data  la  loro potenza di  mezzi, ancora  in  aumento  ri-
               spetto a quelli già  notevolissimi attualmente. Queste, almeno,  sono  le impressioni di
               massa.  La sensazione, affiorata in  un primo  tempo fra  le  truppe, che gli sviluppi
               della situazione preludessero ad una pace immediata, e lo stato d'animo che ne stava
               derivando, sono  stati subito  vigorosamente controbattuti con precise  mie disposizioni
               diramate  ai  Comandi  dipendenti, giuste  le  superiori  direttive.
               Tale opera di prevenzione e, se del caso, di bonifica morale, continuerà sistematicamente;
               affinché tutti i Comandi ribadiscano alle truppe dipendenti le finalità della guerra che
               continua,  anche le trasmissioni radio settimanali potranno contribuire a questo scopo''.
                    Nonostante la  feroce guerriglia partigiana in atto,  l'infido  atteggia-
               mento dei presunti alleati, l'ostilità di quasi tutti i gruppi etnici verso gli
               italiani, la  consapevolezza della  schiacciante superiorità di  mezzi  del  ne-
               mico,  il  morale certamente  non  esaltante delle  truppe,  le  unità della  2 a
               Armata conservarono ancora combattività e reattività. Le  unità della Mi-
               lizia inquadrate nell'Armata, ebbero perfino a dolersi delle critiche gene-
               ralizzazioni, fatte dalla stampa, in Italia, a carico di tutti coloro che avevano
               militato  nel  Partito,  mentre  esse  avevano  disciplinatamente  accettato  di
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               continuare a  combattere  nelle  file  dell'Esercito.<3 >


               (34)  A.U.S.S.M.E.,  fondo  IT,  registro  M3,  busta  78/5.
               (35)  A.U.S.S.M.E.,  fondo  IT,  registro  M3,  busta  327/2.









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