Page 307 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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                   Nonostante  il  pessimistico  quadro  d'insieme,  gli  infelici  eventi  sui
              fronti  e la  disastrosa situazione interna,  non sembrava però disperata la
              compagine spirituale  dell'Esercito.

                   Roatta, il 25 agosto, indicava ad Ambrosia e Sorice alcune cause che
              avevano influito ancor più negativamente sul morale delle truppe, già du-
              ramente provate. Realisticamente egli  faceva  notare che la  massa in armi
              era composta da  "uomini della  strada", convinta alla  pari dei  civili  che
              la  guerra  fosse  finita  con  il  cambiamento  del  Governo.
                   E,  come era naturale in gente provata, soggetta a  disagi e sfiduciata
              per l'esito futuro  della guerra,  se  ne  era  rallegrata. Se  successivamente il
              morale della truppa -  almeno, ovvero solo,  quello dei reparti mobilitati
              -  dava segni di ripresa, esso era tuttavia fortemente e micidialmente in-
              sidiato dall'atteggiamento accondiscendente del  Governo verso  i tumulti
              degli  operai, ai  quali non solo erano state fatte  concessioni sindacali, ma
              anche  consentite  pretese  di  natura  politica.  Secondo  Roatta,  su  tale  via
              era prevedibile aspettarsi indisciplina e aperta ribellione, poiché i soldati
              si sarebbero sentiti penalizzati -  ma già lo erano -  sul piano economico
              e  su  quello  politico,  nel  confronto  con  gli  operai.
                   Aggiungeva inoltre come la manipolazione delle notizie degli avveni-
              menti in Sicilia (manipolazione imposta da alte necessità di carattere interna-
              zionale e nazionale -  una frase che detta da Roatta, strabilia per le possibili
              interpretazioni-) aveva sortito effetti pericolosissimi: il tacere sull'arren-
              devole comportamento di molti reparti e della massa dei siciliani, e l' esal-
              tare allo  stesso  tempo eroiche gesta inesistenti  di  unità,  avevano  prodotto
              rancore  nei  reduci di quei  reparti che  si  erano battuti seriamente per la
              difesa dell'isola; rancore trasformatosi in una fatalistiça (e  perciò temibi-
              le)  rassegnazione,  considerato  che  era lodato  chi  non  aveva  compiuto  il
              proprio dovere e restava  ignorato,  invece,  chi vi  aveva  adempiuto,  a  ri-
              schio  della  propria  pelle.
                   Altre analisi, pur mettendo in evidenza la convinzione, ormai diffu-
              sa tra i quadri, che la guerra fosse persa, speculavano su altre cause speci-
              fiche,  che  influivano  sul  morale  di  ufficiali,  sottufficiali  e  truppa.
                   Tra gli ufficiali di ogni grado serpeggiava sempre più il malcontento
              per ingiustizie,  reali  o  presunte;  ad esempio,  la  disparità di  trattamento
              economico  e  di  carriera  creava  tale  malessere,  da  far  scrivere  nel  luglio
                                                                            40
              1943,  in  un  promemoria  informativo  per  il  Gabinetto  Guerra: < >

              (40)  A.U.S.S.M.E.,  fondo  SMRE,  registro  H5,  busta  3RR/5.









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