Page 307 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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306 NICOLA DELLA VOLPE
Nonostante il pessimistico quadro d'insieme, gli infelici eventi sui
fronti e la disastrosa situazione interna, non sembrava però disperata la
compagine spirituale dell'Esercito.
Roatta, il 25 agosto, indicava ad Ambrosia e Sorice alcune cause che
avevano influito ancor più negativamente sul morale delle truppe, già du-
ramente provate. Realisticamente egli faceva notare che la massa in armi
era composta da "uomini della strada", convinta alla pari dei civili che
la guerra fosse finita con il cambiamento del Governo.
E, come era naturale in gente provata, soggetta a disagi e sfiduciata
per l'esito futuro della guerra, se ne era rallegrata. Se successivamente il
morale della truppa - almeno, ovvero solo, quello dei reparti mobilitati
- dava segni di ripresa, esso era tuttavia fortemente e micidialmente in-
sidiato dall'atteggiamento accondiscendente del Governo verso i tumulti
degli operai, ai quali non solo erano state fatte concessioni sindacali, ma
anche consentite pretese di natura politica. Secondo Roatta, su tale via
era prevedibile aspettarsi indisciplina e aperta ribellione, poiché i soldati
si sarebbero sentiti penalizzati - ma già lo erano - sul piano economico
e su quello politico, nel confronto con gli operai.
Aggiungeva inoltre come la manipolazione delle notizie degli avveni-
menti in Sicilia (manipolazione imposta da alte necessità di carattere interna-
zionale e nazionale - una frase che detta da Roatta, strabilia per le possibili
interpretazioni-) aveva sortito effetti pericolosissimi: il tacere sull'arren-
devole comportamento di molti reparti e della massa dei siciliani, e l' esal-
tare allo stesso tempo eroiche gesta inesistenti di unità, avevano prodotto
rancore nei reduci di quei reparti che si erano battuti seriamente per la
difesa dell'isola; rancore trasformatosi in una fatalistiça (e perciò temibi-
le) rassegnazione, considerato che era lodato chi non aveva compiuto il
proprio dovere e restava ignorato, invece, chi vi aveva adempiuto, a ri-
schio della propria pelle.
Altre analisi, pur mettendo in evidenza la convinzione, ormai diffu-
sa tra i quadri, che la guerra fosse persa, speculavano su altre cause speci-
fiche, che influivano sul morale di ufficiali, sottufficiali e truppa.
Tra gli ufficiali di ogni grado serpeggiava sempre più il malcontento
per ingiustizie, reali o presunte; ad esempio, la disparità di trattamento
economico e di carriera creava tale malessere, da far scrivere nel luglio
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1943, in un promemoria informativo per il Gabinetto Guerra: < >
(40) A.U.S.S.M.E., fondo SMRE, registro H5, busta 3RR/5.
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