Page 311 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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310 ANDREA CURAMI
Un primo importante indicatore è costituito dalla disponibilità di ma-
nodopera. Nel 1917 la forza alle armi era valutata in 3 200 000 uomini,
di poco inferiore ai 3650000 militari in servizio nel1943 (+ 14%). I
450 000 uomini, teoricamente indisponibili nella seconda guerra mondiale
per le attività produttive, erano ampiamente bilanciati dall'incremento della
popolazione residente di sesso maschile, quale risulta dai censimenti degli
anni 1911 (18670000 uomini), 1921 (18851000) e 1941 (21980000
maschi, + 16,5% rispetto al 1921). Gli anodini indicatori utilizzati non
evidenziano, tuttavia, il fenomeno del progressivo inurbamento della po-
polazione e della conseguente minore importanza dell'agricoltura nei con-
fronti dell'industria. (3)
Altro indicatore di interesse ai nostri fini è la disponibilità di forza
motrice. La produzione di energia elettrica nel solo 1939 era superiore
a quanto erogato complessivamente nel quinquennio dal 1914 al 1918
e il gettito annuo continuò ad aumentare fino al 1941 per poi subire una
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lieve progressiva flessione nel 1942 e 1943.< >
Logica conseguenza della disponibilità di manodopera e di forza mo-
trice è la produzione industriale di materie prime e semilavorati. Confron-
tando il gettito complessivo di prodotti metallurgici nel quinquennio
1914-1918 con quello del 1939-1943, questo era aumentato del 130%
per la ghisa e dell'86% per l'acciaio con un'analisi di tendenza antitetica:
in crescita fino al 191 7 per la prima guerra mondiale e in calo progressi-
vo dal 1939 nella seconda. Si può spiegare questo fenomeno tendenziale
con la carenza italiana di materie prime; tuttavia giova ricordare che an-
cora nel 1943 in Italia vennero prodotte circa 650 000 tonnellate di ghisa
e l 800 000 di acciaio, ovvero rispettivamente 1'88% e il 30% in più che
nel1917, anno di maggior produzione durante la prima guerra mondiale,
gettito che permise all'industria di fornire in pochi mesi più di quanto
perso nelle tragiche giornate di Caporetto.
Questa maggior disponibilità di forza motrice e materie prime, ac-
compagnata da maestranze non meno numerose, non si tradusse durante
(3) Dal 1911 al 1921 gli addetti all'agricoltura passarono dal 27,7 % al 25,7% della
popolazione residente per attestarsi al 21,6 % nel 1941. La popolazione attiva im·
piegata nell'industria crebbe dall'11,2 % del1911 all2 % del1941.
(4) La produzione di energia elettrica in Italia nel 1940-1943 non risentì minimamente
della carenza di combustibili in quanto meno del 5 % era di origine termica, mentre
oltre il 94 % era prodotto con ruote e turbine idrauliche.
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