Page 313 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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312 ANDREA CURAMI
Mentre le Forze Armate italiane di Vittorio Veneto avevano in dota-
zione armi e mezzi ben diversi da quelli in uso nel 1915, tanto il Regio
Esercito, quanto la Regia Marina all'otto settembre 1943 non differivano
qualitativamente da quelli del giugno 1940, con tipi di mezzi già intro-
dotti in servizio negli anni Trenta o quantomeno omologati prima della
guerra. Nel settore terrestre, infatti, le innovazioni furono tecnicamente
più formali che sostanziali in quanto anche i semoventi cingolati nasceva-
no dalla comune pratica delle trasformazioni di circostanza per aggiorna-
re i mezzi obsoleti. Solo nel campo aeronautico, con l'introduzione nel1943
di piccole quantità di pre-serie del Fiat G.55, del Sai 207 e del Reggiane
Re.2005, si può parlare di progetti integralmente nuovi di aeroplani da
caccia, anche se il velivolo costruito dall'Aeronautica d'Italia era in gesta-
zione fin dall'inverno 1938-1939 con motori diversi che mai riuscirono
a superare lo stadio sperimentale.
Da quest'esame sommario appare evidente la staticità progettuale del-
l' industria bellica italiana durante il secondo conflitto, alla quale sembra sia
mancato completamente quello spirito pionieristico, difficile equilibrio tra
patriottismo e avidità, che aveva animato i grandi manager durante la prece-
dente guerra e che aveva portato Pio Perrone a scrivere a Federico Caproni:
( ... } La guerra io la vedo come la vedono loro (i fratelli Gianni e Fe-
derico Caproni), precorrere, precorrere, precorrere, ed in ogni cosa
superare sempre tutti gli altri concorrenti, e soprattutto i nemici.<S>
Indubbiamente molte condizioni al contorno erano mutate. In pri-
mo luogo, la concorrenza era sparita e si era instaurato un illegale regime
di cartello tra le industrie belliche italiane.<9l Secondariamente il rigido
meccanismo di gestione delle materie prime attraverso il Fabbriguerra aveva
ostacolato l'autonoma costruzione di armi da parte di un'impresa e la di-
versa legislazione delle commesse, tutte accentrate presso i ministeri, im-
(8) Asa Ap, Ssnb, 1111/22, da P. Perrone a F. Caproni, Roma, 6 luglio 1916 [copia).
(9) Secondo una denuncia del comandante R. Antona Traversi, un primo accordo di
cartello tra Ansaldo, Armstrong e Terni venne siglato il6 novembre 1925 e prevede-
va la distribuzione tra i contraenti <<di un terzo ad valorem delle forniture» per la
Regia Marina, aumentando le offerte di «un'equa percentuale di profitto industriale
che viene di comune accordo fissata nel venti per cento del prezzo di vendita>>. A
questo patto ne seguirono altri nel dicembre 1928 e maggio 1929 (tra Ansaldo, Oto,
Terni e San Giorgio sulla produzione di artiglierie terrestri e navali, mitragliere com-
prese), nell'ottobre 1930 (tra Ansaldo e Terni sulla produzione di corazze) (cfr. L.
Ceva - A. Curami, Industria bellica ... , cit., p. 71 e sg.).
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