Page 299 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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298 NICOLA DELLA VOLPE
Stato" nelle zone liberate, incoraggiare con spirito costruttivo le discus-
sioni su problemi locali, diffondere gli annunci ufficiali sotto forma di no-
tizie e non di proclami. Le corrispondenze dei privati non potevano essere
anonime, ma dovevano recare sempre la firma o le iniziali dell'autore.
I manifestini e i manifesti dovevano essere conformi alle direttive ge-
nerali e "considerati" come appelli nazionali; perciò dovevano essere usa-
ti ogni qualvolta il Governo italiano prendeva importanti decisioni.
Gli agenti delle zone occupate dovevano inviare informazioni utili
alla propaganda e produrre essi stessi, in loco, propaganda contro tede-
schi e fascisti.
Il piano concludeva che il fine ultimo della propaganda italiana do-
veva rispondere allo stesso principio enunciato dal Governo italiano: l'a-
bolizione del fascismo e la restaurazione della libertà politica e individuale.
Badoglio approvò il piano il 13 ottobre così come sottopostogli dal Co-
mando Supremo, con l'avvertenza di sorvegliarne attentamente e conti-
nuamente l'attuazione; tale avvertenza era stata sollecitata dallo stesso Ufficio
Stampa e Propaganda, che temeva "amplificazioni o deviazioni" da parte
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degli alleati. < 3>
Il 15 ottobre il generale Taylor, capo della Missione Militare Alleata,
inviava al maresciallo Badoglio ulteriori direttive, (concordate tra il co-
lonnello Hazeltine e il generale Reisoli) sulla propaganda alleata ed italia-
na nel territorio nazionale.
Secondo tali direttive, o "linea di condotta" , poiché la propaganda
veniva riconosciuta "un'arma militare", come nel campo operativo anche
in quello propagandistico ogni iniziativa doveva essere sottoposta all'a p-
provazione del Comando alleato; e, sempre per restare nella linea di con-
dotta, eufemisticamente chiamata e dichiarata "cooperazione", la direzione
tecnica di Radio Bari doveva essere affidata ad un direttore alleato.
Taylor "addolciva" gli ordini assicurando ogni facilitazione all'atti-
vità di propaganda del Governo italiano, e promettendo di non interferire.
Ma ogni commento in merito, è superfluo, anche se non si può fare
a meno di annotare, a ricordo, un significativo episodio.
Il 4 e 5 ottobre sulla Gazzetta del Mezzogiorno comparvero un articolo,
"Libertà e Lavoro", ed una vignetta, intitolata "La guerra è finita per questi
italiani", ritenuti entrambi lesivi del prestigio delle autorità italiane. Il ge-
(23) A.U.S.S.M.E., fondo SMD, registro 13, busta 17113.
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