Page 297 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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               ganizzazione della propaganda alla  necessità di difendere la monarchia e
               di combattere il comunismo "con tatto e con discernimento": una cautela
               imposta dall'ingerenza degli  alleati  nel governo e negli  affari  dello  Stato.
               Proponeva,  perciò,  una scrupolosa epurazione dei  comandanti  di  reggi-
               mento e di  battaglione, perché restassero ai comandi soltanto ufficiali  di
               sicura fede  monarchica e anticomunisti. Ad essi era fatto  obbligo di illu-
               strare, in forma semplice e senza retorica, i principi fondamentali di "Pa-
               tria,  Famiglia,  Religione,  Ordine,  Onestà".
                    L'attenzione veniva poi rivolta alla  stampa,  divenuta libera almeno
               teoricamente.  Attraverso una generosa distribuzione di giornali, control-
               lati e sicuri, doveva essere fatta opera di propaganda con tecniche raffina-
               te  di  informazione, poiché gli  articoli dovevano apparire a  firma  di  "un
               lavoratore",  "un operaio",  "un padre di famiglia  reduce da tutti i fron-
               ti", e stampati possibilmente alla macchia anche in opuscoli e manifesti-
               ni,  da esistenti o sedicenti comitati e partiti. Anche la  diffusione doveva
               essere occultata: non in caserma, ma fuori,  per le strade, a mezzo di fidu-
               ciari  in  borghese  o  di  comuni  strilloni.
                    Per completare l'opera di disinformazione dovevano,  inoltre, essere
               accaparrati  e tolti  dalla  circolazione giornali  e manifesti  antimonarchici
               e  filo-comunisti.
                    Senza interventi diretti, infine, dovevano essere agevolate tutte le ini-
               ziative  dei  "veri  partiti  dell'ordine"  intese  a  combattere la  propaganda
               comunista  e  anti-monarchica.

                    Il  piano denunciava a  chiare lettere  quale  fosse  l'atteggiamento  dei
               vertici militari di fronte allo sviluppo degli eventi: un immutabile attacca-
               mento alle  tradizioni  e alle  vecchie  istituzioni,  una malcelata avversione
               verso  il  nuovo.
                    Dal punto di vista strettamente pubblicistico, è da notare come i pro-
               motori di propaganda avessero raggiunto livelli di notevole capacità nelle
               tecniche di informazione e di disinformazione, poiché essi miravano, nel-
               l'impossibilità di un controllo diretto della stampa, al  controllo indiretto
               attraverso la  manipolazione non  solo  della  notizia,  ma  anche degli  stru-
               menti  di  comunicazione.
                    Una tecnica abbondantemente diffusa in ogni campo nei decenni suc-
               cessivi  e  fino  ad  oggi.
                    L'organizzazione della  propaganda dovette,  comunque,  fare  i  conti
               con  l'alleato  anglo-americano.









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