Page 297 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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296 NICOLA DELLA VOLPE
ganizzazione della propaganda alla necessità di difendere la monarchia e
di combattere il comunismo "con tatto e con discernimento": una cautela
imposta dall'ingerenza degli alleati nel governo e negli affari dello Stato.
Proponeva, perciò, una scrupolosa epurazione dei comandanti di reggi-
mento e di battaglione, perché restassero ai comandi soltanto ufficiali di
sicura fede monarchica e anticomunisti. Ad essi era fatto obbligo di illu-
strare, in forma semplice e senza retorica, i principi fondamentali di "Pa-
tria, Famiglia, Religione, Ordine, Onestà".
L'attenzione veniva poi rivolta alla stampa, divenuta libera almeno
teoricamente. Attraverso una generosa distribuzione di giornali, control-
lati e sicuri, doveva essere fatta opera di propaganda con tecniche raffina-
te di informazione, poiché gli articoli dovevano apparire a firma di "un
lavoratore", "un operaio", "un padre di famiglia reduce da tutti i fron-
ti", e stampati possibilmente alla macchia anche in opuscoli e manifesti-
ni, da esistenti o sedicenti comitati e partiti. Anche la diffusione doveva
essere occultata: non in caserma, ma fuori, per le strade, a mezzo di fidu-
ciari in borghese o di comuni strilloni.
Per completare l'opera di disinformazione dovevano, inoltre, essere
accaparrati e tolti dalla circolazione giornali e manifesti antimonarchici
e filo-comunisti.
Senza interventi diretti, infine, dovevano essere agevolate tutte le ini-
ziative dei "veri partiti dell'ordine" intese a combattere la propaganda
comunista e anti-monarchica.
Il piano denunciava a chiare lettere quale fosse l'atteggiamento dei
vertici militari di fronte allo sviluppo degli eventi: un immutabile attacca-
mento alle tradizioni e alle vecchie istituzioni, una malcelata avversione
verso il nuovo.
Dal punto di vista strettamente pubblicistico, è da notare come i pro-
motori di propaganda avessero raggiunto livelli di notevole capacità nelle
tecniche di informazione e di disinformazione, poiché essi miravano, nel-
l'impossibilità di un controllo diretto della stampa, al controllo indiretto
attraverso la manipolazione non solo della notizia, ma anche degli stru-
menti di comunicazione.
Una tecnica abbondantemente diffusa in ogni campo nei decenni suc-
cessivi e fino ad oggi.
L'organizzazione della propaganda dovette, comunque, fare i conti
con l'alleato anglo-americano.
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