Page 37 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LE  OPERAZIONI  IN TUNISIA  E  NELL'ITALIA  MERIDIONALE             37

               dal reciproco contrasto delle operazioni, meritevoli di essere ricordati, fu-
               rono  i  seguenti:
                   Il siluramento del nuovissimo incrociatore leggero da 3900 tds Attilio
                   Regolo da parte del sommergibile britannico Unru/fled,  che con un silu-
                   ro gli asportò netta la prua allargo di Palermo. Per la perfetta tenuta
                   delle paratie, l'unità poté giungere in porto coi propri mezzi. Essa era
                   di  ritorno dalla missione di  posa di mine sotto Capo Bon,  compiuta
                   il 7 novembre insieme con cinque cacciatorpediniere mentre stava per
                   a vere  inizio  l'operazione  "Torch";
                   Trentacinque ardite missioni notturne di sommergibili, facenti  parte
                   dello schieramento insidioso lungo le coste algerine, dentro rade e porti
                   occupati  dagli  Alleati. Furono tutte eseguite  nel  novembre  1942, ec-
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                   cetto  tre. < l
                    Altre missioni con mezzi d'assalto o con arditi guastatori furono com-
               piute, con l'appoggio di sommergibili o della  nave Cefalo,  dislocata nell'i-
               sola di Galite, che un reparto del San Marco  aveva occupata il 2 dicembre
               1942. Sul Cefalo  morì per mitragliamento aereo l'eroico comandante Sal-
               vatore Todaro, messo a capo dei motoscafi d'assalto che si  appoggiavano
               alla  nave.
                    Il  30 aprile,  durante trasporti urgenti affidati a  cacciatorpediniere,
               andarono perdute tre di queste preziose unità, in circostanze che merita-
               no  di  essere  ricordate.
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                    Si  era nella fase  conclusiva delle operazioni terrestri,  quando ormai
               la speranza di mantenere il piede in terra tunisina era svanita insieme con
               quella di poter continuare a rifornire in modo apprezzabile le truppe com-
               battenti. Tuttavià le alte Autorità dell'Esercito italiano e di quello tedesco
               continuavano a chiedere alla Marina il trasporto di soldati a mezzo di cac-
               ciatorpediniere.
                    Fu così  che il  30 aprile,  due caccia (il  Pancaldo  e il  tedesco Hermes),
               furono affondati intorno a mezzogiorno da velivoli nemici, in vista di Ca-
               po Bon,  dopo  essere  usciti  indenni  da  tre  precedenti  attacchi  aerei. Un
               terzo cacciatorpediniere (il Lampo),  partito da Trapani alle  11.30, non fu
               richiamato  in  porto,  come  Supermarina  avrebbe  voluto,  e  alle  18.00


               (3)  Da ricordare la  missione dell' ll-12 dicembre del Smg. Ambra contro il porto di Al-
                  geri,  con  sbarco  di  mezzi  d'assalto  (S.L.C.)  e  uomini gamma.  L'azione  si  concluse
                  con  l'affondamento  di  due  piroscafi  ed  il  danneggiamento  di  altri  due.









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