Page 40 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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                   e che in Sicilia si  riusciva a far arrivare appena 1000 tonnellate gior-
                   naliere  di  rifornimenti  su  8000  programmate);
                   era molto difficile riuscire a rimettere in efficienza illogoratissimo na-
                   viglio, superstite dall'ecatombe sulla "rotta della morte", come era stata
                   chiamata la congiungente Sicilia-Tunisia sulla quale trasporti maritti-
                   mi  ed  aerei  avevano  subìto  perdite sanguinosissime;

                   non era da escludersi di dover rinunciare al traffico verso levante (Dal-
                   mazia,  Albania,  Grecia)  nel  caso  in  cui  l'avversario avesse  agito  per
                   interromperlo, dato che non c'erano unità da scorta sufficienti per pro-
                   teggere contemporaneamente il traffico in Tirreno e in Adriatico-Ionio;
                   c'era grande scarsità di mezzi insidiosi in efficiepza per la difesa rav-
                   vicinata di zone sotto minaccia di sbarchi avversari (c'erano, per esem-
                   pio,  soltanto  dodici  sommergibili  in  condizioni  di  operare).
                    Per le  forze  da battaglia,  Supermarina affermava che le  navi super-
                stiti dopo tre anni di lotta, e cioè le tre navi da battaglia maggiori e quat-
               tro  incrociatori  pronti  a  combattere  (oltre  a  due  corazzate  minori  con
               equipaggio ridotto e a quattro incrociatori in grandi lavori di  riparazio-
                ne) sarebbero uscite in mare nel caso di attacco al territorio della Patria,
               per "un'azione di carattere estremo" , pur sapendo di dirigere contro un
               avversario avente una schiacciante superiorità, senza poter contare su una
               adeguata protezione aerea, né su un'efficiente scorta navale (erano dispo-
                nibili solo otto cacciatorpediniere) contro assai probabili intensi attacchi
               aerei e agguati di sommergibili, già durante la traversata dalle basi di par-
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               tenza  (La  Spezia  e  Genova)  alla  zona  di  contrasto.<>
                    Tuttavia, vediamo che di  fronte ad una preponderanza di forze  av-
               versarie  inimmaginabili,  la  lotta  continua,  i  convogli  partono  e  in gran
               parte arrivano; spesso i trasporti,  nella  fase  finale,  erano affidati a unità
               leggere, tra cui come non ricordare le motozattere, i "muli" del mare, co-
               me  venivano  chiamati.<6>
                    Come non ricordare anche l'ausilio dato al nemico dal sistema di in-
               tercettazione britannico "Ultra", della cui incessante e fruttifera  operati-
               vità non si  ebbe alcuna consapevolezza, sia  da parte italiana sia da parte
                tedesca,  per tutta la  durata del  conflitto,  fino  al  punto che le  sorprese e



                (5)  Si vedano al riguardo i documenti del Comando Supremo e di Supermarina riporta-
                   ci  in  allegato.
                (6)  In allegato è riportata una cabella dei dati statistici relativi al traffico con la Tunisia.








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