Page 39 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LE  OPERAZIONI  IN TUNISIA  E NELL'ITALIA  MERIDIONALE             39

                   Anche M.A.S. e motosiluranti avevano iniziato sia una intensa atti-
               vità di attacco alle forze avversarie, specie nelle ore notturne, senza tutta-
               via conseguire apprezzabili risultati, sia crociere diversive in appoggio a
               sbarchi di operatori Gamma (nuotatori-sabotatori) sbarcanti di notte con
               mezzi della X MAS in zone già occupate dall'avversario. Nelle loro crocie-
               re notturne M.A.S. e M.S. si imbattevano talvolta in gruppi di unità simi-
               lari  avversarie,  con  conseguenti  brevi  scaramucce.
                   Nell'esame di questi avvenimenti,  a  cinquant'anni di distanza,  non
               dobbiamo  dimenticare come essi  furono  umanamente vissuti  dai  prota-
               gonisti.
                   Non dimentichiamo che la tragica previsione della disfatta si andava
               chiaramente delineando giorno dopo giorno: gli animi dei responsabili non
               potevano non percepire il risvolto amaro e tragico del cedimento al nemi-
               co prima della Libia,  poi della Tunisia e quindi anche del " sacro suolo"
               della  Patria:  la  Sicilia.
                    Appena caduta la Tunisia, Supermarina aveva cominciato a ritenere
               ormai molto minacciata anche la Sicilia (oltre alla Sardegna e alla Corsica,
               cui aveva  rivolto la  sua attenzione qualche tempo prima); aveva  stimato
               c]:le  l'eventuale operazione contro l'isola  non poteva verificarsi  prima di
               un mese, e p 24 giugno  1943, in una lettera al Comando Supremo, aveva
               previste esattamente le zone sicule in cui l'avversario avrebbe eseguito gli
               sbarchi.
                    Inoltre,  fin  dai  primi  di giugno,  Supermarina  aveva  reso  edotto  il
               Comando  Supremo  della  gravità  della  situazione  marittima.  Infatti:

                  mentre sarebbe stato necessario intensificare il rifornimento della Sar-
                  degna e della Sicilia per potenziare la loro  resistenza ad eventuali at-
                  tacchi, l'aggressività dell'avversario, ormai dominante in aria e in mare,
                  rendeva assai precarie le condizioni del traffico e dello scarico dei pi-
                  roscafi (basti pensare che con la Sardegna non si riusciva ad assicura-
                  re  che un movimento di  poco  superiore alla  metà di  quello  previsto



               segue  nota
                  e  si  era  trovato  in  mezzo  ad una  formazione  navale; credendo  si  trattasse  di  navi
                  italiane era emerso completamente, ma preso sotto un fuoco micidiale perdette tutti
                  coloro che erano saliti in torretta e in coperta ed era stato catturato da una corvetta
                  britannica  che  gli  si  era  affiancata.
                  Il Dandolo (T.V. Turcio) era riuscito invece a silurare il  16luglio allargo di Augusta
                  l'incrociatore  Cleopatra,  sfuggendo  fortunatamente  alla  caccia  dell'avversario.









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