Page 38 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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               incontrò la stessa fine degli altri due,  nelle stesse acque di Capo Bon, do-
               po aver eluso un primo attacco. Tuttavia, davanti al triplice disastro,  fu
               annullata  la  partenza  dei  due  caccia  Fuciliere  e  Carabiniere.
                    Viene fatto oggi di chiedersi perché tanto insistessero gli alti Coman-
               di terrestri per far trasportare alcune centinaia di uomini e poche muni-
               zioni, che non potevano dare alcun sensibile apporto all'ultima resistenza
               in articulo  mortis  delle armate dell'Asse  in Tunisia:  risulta che  furono  ac-
               campate ragioni morali, nel senso che bisognava dare fino  all'ultimo agli
               uomini  combattenti oltre mare l'impressione di  non essere abbandonati
               a  loro  stessi.

                    Quando il l O luglio gli Alleati iniziarono lo sbarco in Sicilia, la Squa-
               dra  da battaglia  (che  in  quel momento  contava  una corazzata  in meno,
               perché la Roma  non aveva ancora ultimate le  riparazioni dei danni subiti
               durante un attacco aereo alla  Spezia il  5 giugno) ebbe l'ordine di prepa-
               rarsi  a  lasciare gli  ormeggi.

                    Alle ore 15.00 di quel giorno le navi erano pronte a prendere il ma-
               re, ma fu presa -  con estrema riluttanza spirituale -  la decisione di non
               inviarle sul teatro della lotta, lontano 500 miglia. Si apprezzò che sarebbe-
               ro state troppo esposte ai  rischi di  una così lunga traversata,  per difetto
               di protezione, antiaerea e antisom e che, anche se fossero gi'unte indenni,
               avrebbero dovuto battersi contro forze  navali ed aeree enormemente su-
               periori, senza  ottenere altro probabile risultato  che una fine,  certamente
               gloriosa,  ma  inutile  nel  quadro  delle  operazioni, giacché  non  sarebbero
               potute giungere sulle coste della Sicilia sud-orientale prima della sera del
               giorno successivo, quando cioè la fase critica degli sbarchi sarebbe già sta-
               ta  conclusa  dalle  forze  avversarie.
                    Perciò si  stabilì di  affidare il disturbo (sembra la  parola esatta) del-
               l'azione  nemica  ai  mezzi  sottili  (M.S.  e  M.A.S.)  ed  ai  sommergibili,  dei
               quali  ben  cinque andarono  perduti  nei  primi  20 giorni  dell'operazione
                         4
               "Husky" .< l


               (4)  Il Flutto venne affondato da motosiluranti britanniche l' 11  luglio a nord-est di Cata-
                   nia; il Nereide fu affondato il  13 luglio nelle acque di Augusta dai cacciatorpediniere
                   Echo  e Ilex;  l'Acciaio  fu  silurato il  13 luglio a  nord ddlo Stretto di Messina dal Smg.
                   Unruly;  il  Remo  fu  silurato  il  15  luglio  dal  Smg.  United a  est  della  Calabria  mentre
                  si trasferiva da Taranto a Napoli. Intanto il  12 luglio era stato catturato dai britanni-
                  ci  in condizioni non comuni, allargo di Siracusa, il Smg.  Bronzo: partito il  10 luglio
                   da Pozzuoli per una zona di  agguato allargo di Augusta,  il  pomeriggio del  12  era
                  salito a quota periscopica senza sapere che la zona era già in mano anglo-americana









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