Page 41 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LE OPERAZIONI IN TUNISIA E NELL'ITALIA MERIDIONALE 41
gli agguati in mare subìti dalle nostre navi furono attribuiti esclusivamen-
te alla ricognizione aerea o al radar o addirittura a spie e traditori!
Ebbene, nonostante tutto i mezzi sottili e i sommergibili continuaro-
no ad operare sino nell'estate del 1943 e se i risultati conseguiti non furo-
no eclatanti, nondimeno ammirevoli furono le loro azioni e la loro volontà
di combattere.
È utile riportare una bella pagina del volume di Marcantonio Braga-
din, Il dramma della Marina italiana (1940-1945), nella quale la descrizione
dello sgombero della Sicilia è ancor oggi suggestiva:
Il 3 agosto, spezzata la resistenza itala-tedesca nella piana di Catania, l'Ba
Armata britannica e la 5 a americana presero a convergere su Messina. Non
c'era più possibilità di opporre una resistenza duratura, perciò lo stesso giorno
ebbe inizio lo sgombero della Sicilia. L'avversario tentò di contrastarlo con la
maggiore violenza di tutti i mezzi aerei e navali; ma le piccole unità italiane
(già concentrate nella zona, coadiuvate da alcune tedesche) s'impegnarono stre-
nuamente per riportare in Calabria soldati e mezzi bellici. Sotto un infernale
''carosello'' aereo, i marinai di quelle piccole unità scrissero pagine di autenti-
co eroismo, con gli scafi sforacchiati, i motori in funzione solo mediante miraco-
li di ingegnosità, le poche armi roventi dal tiro continuo, .. incuranti di ogni
rischio, dimentichi dell'estenuante fatica ... La spola fu continuata sino all'ul-
timo istante: quando il 16 agosto gli inglesi erano già penetrati in Messina
e il porto veniva dilaniato dai bombardamenti e dalle mine, le motozattere
trassero in salvo i soldati italiani e tedeschi superstiti nell'azione finale.
Mentre la Squadra navale era paralizzata da una situazione che esulava
dal suo spirito combattivo, mentre le sorti stesse della nazione stavano tragica-
mente crollando, quei marinai e sottulficiali, quei giovanissimi guardiamari-
na, sentirono istintivamente che la Marina doveva dare ancora una prova,
con le più umili navicelle, della sua tenacia, della sua abnegazione. E la pro-
va riscosse anche l'ammirazione degli avversari e quella, riconoscente, dei tede-
schi. Nessuno ha potuto calcolare quanti viaggi furono compiuti tra le due sponde.
Ma una valutazione è data dal fatto che, nel giro di pochi giorni, quel gruppo
di piccole unità trasferì in Calabria 70 mila soldati e un'ingentissima quanti-
tà di materiali bellici, tra cui circa l O mila automezzi e l 7 mila tonnellate
di munizioni. Il prezzo fu la perdita di 15 motozattere, 6 dragamine e innu-
merevoli mezzi minori quasi tutti per azione aerea.
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