Page 377 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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               "un espediente prevalentemente mentale per guadagnarsi il vantaggio della
                                                                  8
               collaborazione italiana senza pagarne i costi politici"  .< 3>  Giustamente in
               Vaticano si  attribuiva ai  britannici la  responsabilità maggiore dell'atteg-
               giamento punitivo verso l'Italia e si guardava con preoccupazione all'in-
               serimento della penisola nella sfera d'influenza della Gran Bretagna, forse
               anche  perché di  essa  non  si  dimenticava  il  tradizionale  "antipapismo".
                    Così proprio alla fine del  1943, la Santa Sede, elaborò un documen-
               to, quasi sicuramente opera del Sostituto Mons. Tardini, per invitare espli-
               citamente gli Stati Uniti ad assumere un ruolo dominante nella ricostruzione
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               dell'Italia.< > In tal modo essi  avrebbero acquistato "una magnifica base
               nel cuore dell'Europa e del Mediterraneo per l'estensione di un'influenza
               civilizzatrice  e per una vantaggiosa  penetrazione  economica".  Lo  stesso
               documento si  pronunciava per il mantenimento dell'istituto monarchico,
               spezzando una lancia a favore del Principe di Piemonte, perché il popolo
               italiano non era  "pronto per la  repubblica"  e consigliava un regime pa-
               ternalistico in cui i partiti avessero "più una funzione consultiva che com-
               petitiva" ,  perché l'Italia  non  era  ancora  matura  per  "un governo  eletto
               dal popolo". Vittorio Emanuele III "non ispira( va) fiducia", Badoglio aveva
               "già mostrato di essere privo di ... doti" politiche, i fuorusciti  non erano
               "adatti", De Gasperi  era  indicato agli  Stati  Uniti  come  il  miglior  capo
               del governo  possibile.



               Otto settembre e  Regno  nel sud nella storia d'Italia
                    L'8 settembre fu certamente la più grande catastrofe nazionale dell'I-
               talia unitaria. Non certo per smentire questa affermazione, ma per evitare
               di farne un luogo comune da invocare a proposito e a sproposito a scopo
               catartico o giustificatorio, sono opportune alcune considerazioni conclu-
               sive. Le successive vicende della Romania, della Bulgaria e soprattutto del-
               l'Ungheria dimostrarono che il passaggio dall'orbita tedesca a  quella av-
               versaria non poteva comunque essere facile e indolore. Senza minimamente
               negare gli  errori da parte italiana, va  peraltro constatato  che  il  disastro
               fu determinato (o almeno aggravato) anche dal comportamento degli anglo-
               americani.  Questo  è  ormai  un  dato  acquisito  dalla  storiografia,  tanto


               (83)  D. Veneruso, "La cobelligeranza italiana nelle valutazioni e nell'azione diplomatica
                    della  Santa  Sede" ,  in  La cobelligeranza  italiana ... , ci t.,  p.  34 7.
               (84)  "L'Italia: situazione e rimedi", in Di Nolfo, Vaticano e Stati Uniti ... , cit., doc. n. 134.








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