Page 373 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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372 MASSIMO DE LEONARDIS
Se la penisola fosse riuscita 'ad accodarsi' al 'carro' americano, essa avrebbe
potuto riconquistare, nell'ambito europeo, una posizione non dissimile da
quella della Francia- una nazione che sarebbe uscita in ogni modo scon-
fitta dalla guerra- e forse dalla stessa Gran Bretagna, sempre più dipen-
dente dagli Stati Uniti". (73)
Per allentare la morsa in cui il Regno del sud era stretto dagli angloa-
mericani e comunque porre le premesse della ricostruzione della politica
estera italiana, la diplomazia del nostro paese volse la sua attenzione alle
due grandi nazioni, Francia e URSS, delle quali si poteva intuire l'atteg-
giamento di sospetto e di sfavore verso il monopolio anglosassone negli
affari italiani. In entrambi i casi le premesse dei successivi sviluppi si eb-
bero nel dicembre 1943.
Fin dal 2 agosto 1943 il Comitato francese di liberazione nazionale
(CFLN) aveva chiesto senza successo a Gran Bretagna, Stati Uniti ed Unione
Sovietica di partecipare alle trattative ed alla firma dell'eventuale armisti-
zio con l'Italia. Nello stesso periodo in una nota ad uso interno sottoposta
al generale De Gaulle si prefigurava una pace punitiva nei confronti del-
l'Italia, tra l'altro con rettifiche di confine sulle Alpi, cessione di territori
coloniali, smilitarizzzazione di Sicilia e Sardegna; si auspicava altresi l'in-
staurazione in Italia della repubblica. Il CFLN chiedeva che la Francia par-
tecipasse al futuro governo militare alleato in Italia, calcolando che così
sarebbe stato impossibile imporre a sua volta a lei stessa una amministra-
zione militare anglo-americana. Nella seconda metà del1943 il CFLN sta-
va ponendo con forza il problema del suo riconoscimento come futuro
governo provvisorio della Francia, mentre era in pieno svolgimento il con-
trasto tra i generali De Gaulle e Giraud. La linea punitiva verso l'Italia
si espresse nelle proteste contro il suo riconoscimento come cobelligeran-
te, al quale il CFLN rifiutò ogni validita, continuando a considerare il no-
stro paese un nemico a tutti gli effetti.
Qualche timido accenno di apertura venne registrato in alcuni collo-
qui tra italiani e francesi. Dopo contatti a settembre a Madrid tra l'amba-
sciatore Paulucci di Calboli e il ministro plenipotenziario Truelle e a
novembre a Brindisi tra de Panafieu, un diplomatico francese che serviva
in Italia come ufficiale nell'Esercito della Francia libera, e Prunas, il 3 di-
cembre questi incontrò a Brindisi l'ambasciatore René Massigli, commis-
sario agli esteri del CFLN, che il giorno successivo vide anche il maresciallo
(73) Varsori, Gli alleati e l'emigrazione ... , cit., p. 316.
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