Page 383 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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"Del Sud" quel governo rimase quindi per la Repubblica Sociale Ita-
liana non solo dopo il suo ritorno a Roma e l'avanzata anglo-americana
alla "linea gotica", ma sino al termine del conflitto e oltre: polemica stig-
matizzazione della sudditanza nei confronti delle Potenze alle quali il go-
verno Badoglio 1'8 settembre 1943 s'arrese senza condizioni. Implicitamente
continuò quindi a essergli contrapposta l'Italia che non si era arresa o che
aveva respinto l' "armistizio" ed era rimasta in armi contro l'invasione
straniera "da Sud", per parte di forze cui il "governo vassallo" spianava
la via in posizioni subalterne. In tale ottica, il riscatto dalla sconfitta e la
piena rivendicazione di indipendenza sarebbero state conseguite solo con
la confutazione storiografica della rappresentatività a suo tempo avuta dal
governo del Re: prospettiva, questa, fatalmente approndante alla specula-
re contrapposizione dell'allora indiscutibile legalità dell'unico altro gover-
no internazionalmente riconosciuto - la Repubblica Sociale Italiana -
alle cui Forze Armate e ai cui pubblici funzionari, d'altronde, la stessa
Repubblica italiana riconobbe crisma di piena "regolarità", accogliendo-
ne i servizi prestati a suo favore come pienamente validi a tutti gli effetti
pubblici e privati. (2)
"Del Sud" il governo Badoglio era però - e rimase - non solo per
i seguaci di Mussolini o per quanti nell'ambito della R.S.I. continuavano
a servire l'Italia, ma anche (e forse con intenzione ancor più ostile) soprat-
tutto per chi con tale formula intendeva bollare e liquidare per sempre
la continuità assicurata allo Stato dall'opera dei governi Badoglio: con il
dichiarato intento di delegittimare e annientare non già il governo dei sot-
tosegretari o quello insediatosi nel febbraio o quello dell'aprile 1944, ben-
sì la Corona stessa, quale depositaria della storia nazionale unitaria.
In tale ottica al "Regno del Sud" s'intese contrapporre l'Alta Italia
del Comitato di Liberazione Nazionale, l'Italia "partigiana", di una resi-
stenza armata, il cui obiettivo ultimo non era affatto o non era solo la vit-
toria sulla R. S.I. e l'eliminazione manu militari dai suoi gerarchi (a decine
e centinaia di migliaia, come predicato da Concetto Marchesi). Dallo sbarco
anglo-americano in Algeria e dopo la sacca di Stalingrado l'esito finale della
guerra agli occhi di costoro era infatti scontato: occorreva certo continua-
re a combatterla, con determinazione, ma risparmiando i quadri direttivi
politico-militari per il "dopo", cioè per quando - risolta la partita tra
Nazioni Unite e potenze dell'Asse (o quanto ne rimaneva, R.S.I. compresa)
- sarebbe giunta l'ora del regolamento di un conto rimasto aperto nella
(2) G. Perticone, La Repubblica di Salò, Roma 1945.
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