Page 397 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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              alla Casa reale e [voleva}, al momento giusto, prendere il potere e costitui-
              re un governo militare", in una prospettiva che Badoglio si diceva pronto
              a discutere, tramite il generale Gustavo Pesenti, suo emissario, con il go-
              verno britannico, si da concertare "un'azione coordinata dall'esterno e al-
                                                                              8
              l'interno dell'Italia mirante al rovesciamento del regime fascista".0 l  Ma
              ora che quest'ultimo era crollato, emergeva in primo piano la conseguen-
              za della dissociazione del maresciallo dalla Casa reale, della divaricazione
              fra  le  sue personali valutazione e la  possibile  ripresa d'iniziativa del Re.

                   Le preoccupazioni del Sovrano, secondo il quale la guerra non sareb-
              be stata davvero vinta se non si fossero raggiunti i confini del "patto d'Au-
              sonia", vanno tenute  presenti  a  fronte  dei  propositi,  di  tutt'altro segno,
              coltivati  negli  ambienti  nemici  e  soprattutto  da  parte del  Regno  Unito,
              ove non si escludeva di spartire l'Italia in zone di occupazione (e/o influenza)
              a vantaggio di Francia, Gran Bretagna, Grecia e Iugoslavia.  A proposito
              delle promesse fatte a quest'ultimo Paese, va ricordato quanto sin dall'ini-
              zio del 1943 il ministro degli Esteri britannico, Antony Eden, ritenne pre-
              cisare sulle attese degli emissari del maresciallo Badoglio: "Non possiamo
              garantire la ricostituzione dell'Italia metropolitana, dato l'impegno da noi
              preso con gli iugoslavi di sostenere le loro rivendicazioni sull'Istria dopo la
              guerra".  09) E solo per rispondere alle  "ansie" degli Stati Uniti Eden ritene-
              va che, "senza prendere alcuno specifico impegno politico e territoriale",
              si potesse ventilare la "speranza" che "l'Italia come nazione sopravviverà".



              (18)  Il  17 gennaio 1943 il Ministro degli Esteri britannico Eden avvertì Churchill: "(. .. )
                  Non possiamo garantire la ricostituzione territoriale dell'Italia metropolitana, dato
                  l'impegno da  noi  preso con gli  iugoslavi  di  sostenere le  loro  rivendicazioni sull'I-
                  stria dopo la  guerra.  Il governo degli  Stati Uniti,  però, è chiaramente ansioso che
                  venga  offerto  qualche  raggio  di  speranza  agli  italiani  ( ... )  ".
              (19)  Il 9 agosto  1944, in un 'promemoria' rigorosamente segreto Macmillan si dichiarò
                   nettamente contrario alla pubblicazione dei testi della resa (Cassibile e Malta), giac-
                  ché  essa  "screditerebbe  definitivamente  la  Monarchia  e  il  maresciallo  Badoglio"
                  e sospettava che la  loro divulgazione rientrasse negli obiettivi del governo Bonomi
                  proprio per liquidare definitivamente la Corona. Se già in passato lo  stesso Chur-
                  chill aveva  telegrafato a  Macmillan:  "È di  vitale  interesse rafforzare l'autorità del
                   Re  e dell'amministrazione di  Brindisi come governo e avere  unità di  comando in
                   tutta l'Italia", ora anche Macmillan,  in netta contrapposizione al  collega america-
                   no, sosteneva  "con molta forza"  la salvaguardia della monarchia in Italia. Per ap·
                   profondimento vedi Harold Macmillan, Diari di guerra,  1943-1945, intr. di E.  Aga
                   Rossi,  Bologna,  Il  Mulino,  1987.  La  condotta  della  Gran Bretagna  nei  confronti
                   dell'Italia è però ora oggetto di un nuovo dibattito con riferimento alla sua condot·
                   ta militare (vedi E. Morris, La guerra inutile.  La campagna d'Italia,  1943-1945, Mila-
                   no,  Longanesi,  1993).









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