Page 399 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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398 ALDO A. MOLA
Al centro della complessa partita v'era una posta di cui proprio il
Re era più conscio d'ogni altro: il patrimonio coloniale, risalente all'epoca
prefascista, le relazioni internazionali tra l'Italia e una moltitudine di Sta-
ti rimasti estranei al conflitto o solo blandamente e quasi nominalmente
scesi in campo con le Nazioni Unite (era il caso di Paesi dell'America centro-
meridionale a forte presenza italiana): una realtà complessa, insomma, di
cui sembravano non tenere alcun conto quanti forsennatamente vocifera-
vano di drastiche epurazioni e di azzeramento della storia nazionale sino
all'avvento di un governo espresso dai ricostituiti partiti antifascisti. A
costoro poco importava che i vincitori pretendessero aiuti bellici da parte
italiana senza però sottoscrivere alcun impegno né una qualsiasi forma
di contropartita. Loro obiettivo precipuo rimaneva un regolamento di conti
interno, la prosecuzione di una faida antica che posponeva gli interessi
generali permanenti all'ansia di vendetta: contesa che non riguardava so-
lo né, a ben vedere, lo scontato dualismo fascismo/antifascismo bensì mi-
rava a demolire le basi stesse della Corona, bollata quale responsabile di
vent'anni di regime e, prima ancora, di settant'anni di confisca della de-
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mocrazia risorgimentale. < 0
Se è vero che la commedia degli equivoci, il "reciproco inganno" di
cui scrive Elena Aga Rossi, ebbe infine epilogo col duramente punitivo
trattato di pace del l O febbraio 194 7 - contro la cui approvazione si
schierò Benedetto Croce, ch'ebbe però la sua parte di responsabilità nega-
tiva nel predeterminarlo -, non va dimenticato chi, rappresentando il
vecchio, cioè la consociazione dei partiti antifascisti, sin dai mesi del go-
verno di Brindisi si adoperò per impedire al nuovo (cioè al "partito na-
zionale") di consolidarsi e affermarsi quale pilastro della riscossa dalla
disfatta.
Se n'ebbe la prova palmare con il congresso dei CLN tenuto a Bari
a fine gennaio 1944: su cui, benché di poco debordi dai confini cronolo-
(21) P. Puntoni, op.cit., p. 212, 25 febbraio 1944. A proposito dell'ordinamento del
Commissariato per l'epurazione Puntoni annotò: "Ciò che è grave è che le norme
che regolano l'attività di questo commissariato sono non soltanto inumane ma ad·
dirittura contrarie al diritto". Sulle nefaste conseguenze delle risse interpartitiche,
spesso in nome della spartizione del potere, talora per l'Eco di arcaiche e non sem·
pre ben comprese contrapposizioni ideologiche, v. Documenti diplomatici italiani, De·
cima serie, 1943·1948, Vol. l, 9 settembre 1943-11 dicembre 1944, a cura di Pietro
Pastorelli, Roma, 1st. Poligrafico dello Stato, 1992 (in realtà 1993), passim. "Le ri·
percussioni del 'ciellenismo' sulla riorganizzazione delle Forze Armate" in V. Ilari,
Storia Militare della prima Repubblica, 1943-1993, Roma, Nuove Ricerche, 1994.
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