Page 403 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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402 GIUSEPPE CONTI
La gravità della situazione apparve subito chiara ai Capi militari che
da Roma avevano seguito a Brindisi il Re e Badoglio; né poteva essere
altrimenti: per comprendere la situazione sarebbe bastato assistere allo spet-
tacolo delle esplosioni di entusiasmo seguite all'annuncio dell'armistizio,
delle lacrime di gioia dei soldati, delle mitragliatrici che sparavano a festa,
e poi ascoltare gli auspici dei soldati che i capi si decidessero a congedare
i soldati e permettere ad ognuno di riprendere la propria occupazione.(2)
Si trattava di stati d'animo e aspettative che 1'8 settembre aveva cer-
tamente contribuito a moltiplicare per mille, ma che affondavano le radi-
ci negli avvenimenti politico-militari precedenti quelle giornate: nella piega
presa dalla guerra nei mesi a cavallo fra il 1942 e il 1943 e nella speranza
di una rapida conclusione del conflitto diffusasi in tutto il paese dopo la
caduta del fascismo.<3l
A questa situazione bisognava porre subito riparo, secondo il Capo
di Stato Maggiore dell'Esercito che il 12 settembre, scrivendo al Coman-
dante della 7 a Armata, sottolineava la necessità di " ... annervare gli uomi-
ni, spiegare loro l'attuale situazione ... ", venutasi a creare in seguito al
comportamento dei tedeschi, " ... gli antichi alleati che dopo aver operato
contro di noi intollerabili soprusi e violenze già mentre combattevamo al
segue nota
tembre 1943, Roma, Min. per i Beni Culturali e Ambientali, Ufficio Centrale per i
Beni Archivistici, 1943, e Id., 8 settembre. Una nazione allo sbando. L'armistizio italiano
del 1943, Bologna, Il Mulino, 1993, p. 14; Cfr. anche F. Stefani, 8 settembre 1943.
Gli armistizi dell'Italia, Milano, Marzorati, 1991.
(2) Cfr. Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito (da ora
A.U.S.S.M.E.), I-3, b. 48, f. 2, Commissione Provinciale Censura di Guerra- Brin-
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disi, Sezione Militare Censura di Guerra, "Relazione quindicinale dal l al 15 set-
tembre 1943" , n. 1539, ristampa. Gli episodi citati, verificatisi tutti in reparti di
stanza a Brindisi, erano dovuti - secondo l'estensore della relazione - a " ... milita-
ri, di certo poco èisciplinati e incoscienti della pace non vittoriosa, che ci attende".
A parte le relazioni di giubilo più scomposte, restava il fatto, sottolineato dalla stessa
fonte, che "Tutti, all'unanimità, approvano la decisione del Governo, perché da tut-
ti facilmente si comprende come l'Italia, ridotta all'estremo, non poteva continuare
a dissanguarsi in una lotta impari, contro un nemico palesatosi strapotente di mezzi
e di uomini". Al tempo stesso, erano in molti a manifestare la speranza che i " ... sa-
crifici sopportati ... " non risultassero vani e che al più presto si arrivasse alla " .. .libe-
razione del suolo della Patria dai tedeschi, considerati ora come l'unico ostacolo a
conseguire tranquillità, pace e benessere".
(3) Per questi aspetti rinviamo al nostro, "La crisi morale del '43: Le Forze Armate e
la difesa del territorio nazionale", in Storia contemporanea, a. XXIV, n. 6, dic. 1993.
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