Page 349 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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              avendo fascisti  ed SS alle calcagna non gli mancavano tempo e agio per litigare'', < >
              mentre Pizzoni  di  quelli  che  erano  chiamati  "i cinque  nani"  ha  scritto:
              "È  certo  che  l'opera  della  delegazione  del  CLNAI in  Svizzera  è stata  meschina,
              non ha, ritengo, contribuito a tenere alto il prestigio della causa, ha dato un apporto
              molto relativo alla lotta, sul terreno militare.  La storia, non brillante, delle emigra-
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              zioni politiche,  si  è ancora  una  volta  ripetuta''. < 9>

              Diplomazia partigiana

                   I rapporti tra CLNAI e anglo-americani presentano evidenti paralle-
              lismi con le relazioni tra questi ultimi e il governo del sud. Nel settembre
              e ottobre 1943 i vertici politico-militari del Regno del Sud si illusero che
              l'Italia  potesse  ottenere uno status  molto  vicino  a  quello  di  alleato  e  che
              numerose grandi  unità  del  Regio  Esercito  potessero  schierarsi  in  prima
              linea a fianco delle armate alleate. A novembre anche i generali Ambrosio
              e Roatta,  che  in  particolare avevano  nutrito tali  illusioni,  compresero la
              realtà della  situazione.  Poi,  forzando  la  mano agli  alleati, gli  italiani riu-
              scirono a  espandere il  Corpo Italiano di  Liberazione dai  14 000 uomini
              previsti  a  25 000.  Allo  stesso  modo  negli  ultimi  mesi  del  1943  Parri  si
              illuse di costituire un "esercito"  partigiano e di stabilire un rapporto tra
              uguali con i comandi alleati.  Ad aprile del  1944 Pizzoni  prese atto  della
              impostazione alleata verso la  resistenza partigiana; poi il CLNAI, forzan-
              do anch'esso la  mano agli  anglo-americani, riuscì ad espandere le  bande
              partigiane  molto  al  di  là  di  quanto  gli  alleati  ritenevano  utile.  Comune
              agli italiani del sud e del nord era la convinzione che il rovesciamento del-
              le  alleanze  potesse  assolvere  dal  peccato  dell'entrata  in  guerra  contro le
              democrazie.  In  particolare gli  antifascisti  storici  si  illudevano,  grazie  al
              loro passato di oppositori della dittatura, di poter sfuggire alla  "punizio-
              ne" che toccava all'Italia: in realtà gli italiani, ex-fascisti, badogliani o anti-
                                                                      80
              fascisti,  sarebbero  rimasti  solo  ' f aticosamente cobelligeranti" . < >
                   A differenza di molti antifascisti del sud, a cominciare dal più auto-
              revole, Sforza, il CLNAI e gli azionisti del nord privilegiarono il rapporto
              con gli inglesi, sia perché essi mantennero fino alla fine, anche se in forma
              progressivamente attenuata, una chia-ra leadership nei rapporti con la  re-


              (78)  Maurizio, art. cit.,  p.  11.  Conferma la  Signori (op.  cit., p.  211) che la  delegazione,
                   priva  di  compiti ben definiti, cadde inevitabilmente in  "un clima di aperta  rivalità
                   interpartitica''.
               (79)  Op. cit., p.  178-79.
               (80)  L'espressione  è di  Sogno,  La missione  del  CLNAI...  cit.,  p.  423-24.








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