Page 347 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               Tito", perché ciò avrebbe evitato in tale regione sia "un'occupazione inglese"
                                                                           7
               che  "una  restaurazione  dell'amministrazione  reazionaria  italiana" .< 0
                    Il CLNAI intervenne un'ultima volta nella questione il 27 settembre
               con un preoccupato appello al governo italiano nel quale si faceva presen-
               te  la  "grave situazione"  in  cui  si  sarebbero  trovate  la  Venezia  Giulia  e
               l'Istria "al momento della ritirata tedesca".  Il CLNAI aveva "preso precisi accor-
               di" di "collaborazione" con "rappresentanti autorizzati dal maresciallo  Tito";
               tuttavia  le  popolazioni  italiane  temevano  il  ripetersi  delle  atrocità  com-
               piute dagli slavi nel settembre-ottobre'l943, che venivano nel documento
               pudicamente attribuite ad  "elementi  irresponsabili  incontrollati" .ml Si  chie-
               deva quindi al governo italiano, per calmare tali apprensioni, di stringere
               accordi  diretti con Tito.  Il  documento  era  un  faticoso  compromesso  tra
               i comunisti, favorevoli a Tito, e gli altri partiti, che più tardi, finite le illu-
               sioni sulla buona volontà del  "maresciallo" (che a novembre rivendicò il
               territorio  italiano  fino  all'Isonzo,  mentre  il  IX  Corpus  estese  di  fatto  le
               rivendicazioni fino  al Tagliamento), chiesero l'intervento degli  alleati.<73l
                    I difetti della "diplomazia" del CLNAI emergono ingigantiti nelle vi-
               cende della cosiddetta delegazione del CLNAI in Svizzera, costituita a Lu-
               gano il29 marzo. In realtà l'argomento potrebbe essere trascurato in questa
               sede poiché essa non ebbe un compito "rilevante nel quadro delle attività del-
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               lo  stesso  CLNAI", <7 l né alcun ruolo  nei  rapporti con gli  alleati,  in  quanto
               sia Dulles che soprattutto McCaffery si rifiutarono di riconoscerne l'auto-
               rità e la competenza nelle questioni della resistenza. Anche le autorità sviz-
               zere la ignorarono, preferendo mantenere i rapporti con la legazione italiana
               a  Berna. Con  quest'ultima la  delegazione  fu  in  rapporti  difficili,  che  da
               una decisa iniziale freddezza verso il ministro Conte Massimo Magistrati,


               (71)  Direttive  di  Togliatti  ci t.  in  Spriano,  op.  cit.,  p.  43 7.
               (72)  Pubbl.  in  Grassi  (a  cura  di),  op.  cit.,  n.  79.  Il  CLNAI  faceva  propria la  versione
                    ufficiale del  movimento di Tito, contestata tra gli altri da G.  La  Perna, Pola-lstria-
                    Fiume  1943-1945.  La lenta agonia di un  lembo  d'Italia,  Milano  1993, cap. V,  che cal-
                    cola  in 650-750 gli italiani uccisi  nella sola !stria in questa  prima occupazione da
                    parte delle bande comuniste slave (p.  197 e appendice 2 per un incompleto elenco
                    nominativo  delle  vittime).
               (73)  Cfr.  G. Valdevit "Resistenza  e alleati fra  Italia e Jugoslavia",  in  Qualestoria,  marzo
                    1980,  p.  11-12  Pizzoni,  nel  corso  della  missione  al  sud,  senza  svelare  "per  lealtà
                    verso il CLNAI e per carità di patria ... tutti i particolari dei contatti con gli uomini di Tito",
                    chiese  a  Wilson  di  far  arrivare a  Trieste  per primi  i  soldati  alleati,  linea  che gli
                    "fu poi  aspramente  rimproverata  dai  comunisti"  (Pizzoni,  op.  cit.,  p.  92-93).
                (74)  E. Signori,  La Svizzera  e i fuoriusciti  italiani.  Aspetti e problemi dell'emigrazione politica
                    1943-1945,  Milano  1983,  p.  49,  n.  50.








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