Page 342 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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I  RAPPORTI  DIPLOMATICI  DEL  CLNAI                              341

               lismo la  delegazione lo  firmò,  anche se  esso  non era molto soddisfacente
               per chi nutriva ambiziosi piani sul ruolo del CLNAI e recalcitrava a sentir
               parlare di disarmo dei partigiani.<50) Infatti Parri, pur deluso per il  "semi-
               inganno",  firmò  perché  "Troppo  grande,  troppo  importante  - ha  scritto <5 l)
               - quello che avevamo ottenuto per non lasciar in seconda linea le altre considerazio-
               ni".  E Pajetta  ha  osservato <5 )  che  i  protocolli  del  7  dicembre  "consacra-
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               vano l'unità antifascista e accettavano l'inevitabile subordinazione militare agli Alleati
               e non, quella politica". Considerazioni riprese in sede storiografica da un com-
               pagno di fede comunista di Pajetta, che ha commentatò che si  concedeva
               "ciò che la Resistenza aveva già deciso per suo conto e da tempo cioè ... che i partigia-
                                                                        5
               ni non avrebbero rivolto a guerra finita le armi contro gli alleati" .< 3l  Linea  rea-
               listica contestata allora dal partito socialista,  che denunciò !'"asservimento
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               del CLNAI alla politica britannica",<5 l e,  sul piano storico,  da chi ha criti-
               cato la  rinuncia da parte della  resistenza,  e in particolare dei  comunisti,
               alla prospettiva insurrezionale e rivoluzionaria. Minori riserve suscitò l' ac-
               cordo del 26 dicembre tra CLNAI e governo italiano,  permeato inevita-
               bilmente di ambiguità. Un ampio riconoscimento del CLNAI da parte del
               governo comportava necessariamente una dichiarazione di esplicita lealtà
               del primo al secondo;  una formula  più sfumata poteva avere per la  resi-
               stenza  il  vantaggio  di  vincolarla  meno.  Entrambi  i  contraenti  dovevano
               trovare un conveniente punto di  equilibrio;  di  qui il  testo  del 26 dicem-
               bre  che  non  accontentava  né  scontentava  troppo.



               (50)  L'accordo era invece ovviamente soddisfacente per Sogno e i moderati da lui  rap·
                   presentati  (cfr.  Sogno,  La  missione  del  CLNAI ... , cit.  p.  432-33).
               (51)  Maurizio,  "Il movimento di  liberazione e gli  alleati",  in  Il  movimento  di  liberazione
                   in Italia, luglio  1949, p.  223-24. Per Leo Valiani "Con l'accordo ...  la Resistenza italia-
                   na  non perse gran  che all'infuori di almne illusioni delle Stte  correnti di sinistra e guadagnò
                   invece qualche cosa"  (Riflessi politici interni ed internazionali del riconoscimento del
                   CLNAI,  in  La  cobelligeranza  italiana ... , cit.,  p.  456).
               (52)  In  Lezioni  sull'Antifascismo,  a  cura  di  P.  Permoli,  Bari  1952,  p.  241-42.
               (53)  R.  Battaglia,  Storia  della  Resistenza  italiana,  Torino  1953,  p.  494.
               (54)  Intervento del rappresentante socialista, molto probabilmente Sandro Pertini, nella
                   seduta del CLNAI del  12-1-45 (Secchia-Frassati, op.cit., p. 227; cfr. ibi,  p. 225-33,
                   236-39; Catalano, op.cit., p. 342-43). Le critiche del PSIUP all'operato della delega-
                   zione traevano  origine dalla  sua  esclusione da  essa  (dovuta  alla  scarsissima consi-
                   stenza delle formazioni socialiste) e dalla sua non partecipazione al nuovo governo
                   e si appuntavano, tra l'altro, sulla lettera di Wilson del 7 dicembre, ove non si face-
                   va riferimento alla  collegialità del Comando Generale del CVL,  nel quale il  PSIUP
                   aveva  ottenuto  l'incarico  di  capo  di  Stato  Maggiore.








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