Page 343 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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                   Senza arrivare al disprezzo affettato nel  1914 dal cancelliere tedesco
               Bethmann-Hollweg per i  "pezzi di  carta", è evidente che i trattati diplo-
              matici  sono  sempre  soggetti  alla  inespressa  clausola  rebus  sic  stantibus.  A
              maggior ragione lo  erano gli accordi politico-militari del dicembre  1944,
              uno dei cui firmatari era un organismo politico privo di uno status giuri-
              dico preciso, il CLNAI. Si  era consapevoli che il loro rispetto sarebbe di-
              peso non dal loro dubbio valore giuridico, ma dalle circostanze politiche
               e militari alla fine della guerra. Ironizzando un po' sul formalismo del Fo-
                                      5
               reign Office, Macmillan < 5>  ricordò che era inutile discettare oltre un certo
              limite sul testo di accordi che ognuna delle parti avrebbe comunque ripu-
               diato se permesso e se fosse stato nel suo interesse. Nella stessa ottica Va-
              liani invitò a  non irrigidirsi sulla  formula degli accordi, perché si  poteva
               sempre forzarne l'interpretazione con  una saggia politica del "fatto com-
               piuto" ,<56>  mentre Parri e Pajetta  (come  ammesso  quasi  trent'anni dopo
               dal  primo) li  firmarono  "con  la  riserva  mentale  di  rispettar/i  o no  a  seconda
              di come si sarebbe concretamente presentata la situazione al momento  in cui la loro
              parte politica sarebbe dovuta entrare in vigore".< 57 > I restanti mesi di guerra vi-
               dero  i  firmatari  degli  accordi  del  dicembre  1944 impegnati  non  solo  a
              vincere il conflitto, ma anche a rinsaldare le proprie posizioni in vista del-
                                                                      58
               la  fase  successiva  al  crollo  tedesco  in  Italia  settentrionale < >.

              I rapporti con francesi e jugoslavi. La delegazione del CLNAI in Svizzera

                   Nel viaggio  di  ritorno  al  nord dopo la  firma  dell'accordo  del  7  di-
               cembre  Pizzoni,  Parri  e Sogno  sostarono  a  Lione  ad  incontrare ufficiali
               francesi,  inglesi  ed  americani  per  discutere  due  problemi  principali:
               l)  il trattamento e l'eventuale reimpiego dei partigiani italiani rifugiatisi
                  in Francia  per sfuggire  ai  rastrellamenti  e che  erano  stati  quasi  tutti
                  disarmati  ed  internati  in  campo  di  concentramento;
               2)  la Valle d'Aosta; fino a quel momento i rapporti tra resistenza italiana
                  e resistenza francese erano stati quasi del tutto negativi, "né miglioraro-
                                                                   5
                  no  dopo  la  liberazione  delle  zone  confinanti  con  l'Italia" . < 9>

               (55)  Telegramma  del  30-12-44,  cit.,  supra,  n.  47.
               (56)  Cfr.  de  Luna,  op.  cit.,  p.  330-31.
               (57)  De Felice,  Introduzione,  cit.  p. XXXV, che si  rifa a F. Parri, "Memoriale sull"unità
                   della  Resistenza",  in  L'Astrolabio,  30-4-72,  p.  61  sg.
               (58)  Rinvio  su  questo  ai  cap.  VII  e VIII  di  de  Leonardis,  op.  cit.
               (59)  Secchia-Frassati, op. cit., p.  246. Sui rapporti con la resistenza francese e in partico-
                   lare  i  colloqui  di  Lione  cfr.  ibi,  p.  245-73.








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