Page 348 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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I RAPPORTI DIPLOMATICI DEL CLNAI 347
dopo la costituzione del governo Bonomi, passarono ad una difficile colla-
borazione, che migliorò con il successore, l'incaricato d'affari Alberto Be-
rio, che ha però rievocato le curiose pretese della delegazione che "in quanto
rappresentante del CLNAI, era d'avviso che, sì, a Roma c'era un Governo legitti-
mo, regolarmente costituito e che io dovevo naturalmente seguirne le istruzioni; però
era anche vero che avrei dovuto tener conto delle vedute della Delegazione, se non
proprio alla pari delle istruzioni provenienti da Roma, almeno come un utile comple-
mento di tali istruzioni, nel!' attesa che l'Italia avesse un governo definitivo, governo
che l'avv. Massarenti non si stancava di !asciarmi capire sarebbe stato certamente
comunista.. . In conclusione, mi trovai preso fra due fuochi: tra Roma e Lugano.
Cercai naturalmente di conciliare le diverse necessità in quel momento difficile, ma
in caso di divergenza, non potevo che seguire le istruzioni romane e difendere l'auto-
rità dello Stato" .(75)
Soprattutto la delegazione si scontrò con l'addetto militare a Berna,
generale di divisione Tancredi Bianchi, che si era invece conquistato la
piena fiducia dei servizi segreti alleati, tanto che McCaffery e Dulles re-
spinsero sempre fermamente le critiche del CLNAI contro di lui e ne sot-
tolinearono gli utili servigi alla causa comune.< 76 l Ancora una volta come
nel sud, si ripeté il poco lusinghiero e controproducente spettacolo dei partiti
antifascisti tesi a screditare, anche appellandosi agli alleati, autorità e cor-
pi costituiti dello Stato, colpevoli di essere fedeli alla Corona e al governo
legittimo. ml
Lo stesso giudizio dei protagonisti della resistenza sulla delegazione
è molto severo. Per Parri il CLN di Lugano era "in perpetua ebollizione: non
(75) Cit. in G. Bianchi, Neutralismo elvetico (1814-1944). Vicende problemi documenti testi,
Trieste 1974, p. 197. Il16-12-44la Delegazione riferì al CLNAI: "Non ci si nasconde
che il nuovo Incaricato d'affari sembra preferire di non essere troppo legato alla Delegazione".
(76) Cfr. de Leonardis, op. cit., p. 186-88 e 217, n. 150.
(77) Riflessi in sede storiografica di tale atteggiamento sono le critiche di C. Musso, per
il quale in Svizzera la "propaganda monarchico-legittimista" e le "manovre di vario genere
intessute da grossi nomi legati alla Casa sabauda, tra cui la principessa Maria }osé, e da
elementi della diplomazia e dell'industria ... contribuirono ad inquinare il clima politico" (Di-
plomazia Partigiana. Gli alleati, i rifugiati italiani e la Delegazione del CLNAI in Svizze-
ra (1943-1945), Milano 1983 p. 150) e di Catalano (op. cit., p. 208) che deplora
"la tendenza del governo italiano a servirsi dalla rappresentanza diplomatica in Svizzera
per i suoi rapporti con il CLNAI". Per la verità poi lo stesso Pajetta invitò il CLNAI
a servirsi per i contatti con lui "delle comunicazioni radio, anche della legazione di Ber-
na" (lettera del 10-1-45, in Secchia-Frassati, op. cit., p. 225).
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