Page 351 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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              questo senso fu  veramente "partigiana". <SS) Resta  naturalmente senza ri-
              sposta il quesito di quali effetti avrebbe avuto un fronte comune tra Coro-
              na  e partiti, governo e CLNAI  che  invece  di  cercar~ di  prevalere gli  uni
              sugli  altri,  anche ricorrendo al  patrocinio degli  alleati,  avessero accanto-
              nato le lotte interne fino al termine della guerra e cercato di ottenere dagli
              anglo-americani  un  migliore  trattamento  per  l'Italia.

                   Nessun risultato ottenne la  "diplomazia"  del CLNAI dalla sua poli-
              tica della mano tesa verso Tito. È un segno della condizione disperata del-
              l'Italia il fatto che le bande titine vinsero la corsa per Trieste compiendovi
              i noti massacri del maggio  1945 anche grazie ai fondi "regalati" dal CLNAI,
              al passaggio  dei garibaldini alle  dipendenze slovene,  alle  forniture di ar-
              mi, munizioni ed equipaggiamenti prelevati dagli anglo-americani dai de-
              positi del Regio  Esercito  italiano.  Del resto  solo  con estrema difficoltà il
              CLNAI avrebbe potuto condurre una politica diversa verso Tito, non fos-
              se altro perché comunisti erano schierati al fianco di quest'ultimo. Il par-
              tito  d'azione,  erede  della  tradizione  risorgimentale  e  dell'interventismo
              democratico e rappresentato dal fiumano Valiani, frenò le aperture almo-
              vimento di Tito. Già negli ultimi mesi dell944 il CLNAI non era comun-
              que più in grado di avere una politica unitaria riguardo alla Venezia Giulia
              e Trieste fu  conservata all'Italia proprio da quelle truppe alleate che To-
              gliatti  avrebbe  voluto  escludere  dalla  amministrazione  della  regione.



























              (85)  Naturalmente questa è una valutazione che non ha  finora trovato spazio nella  sto·
                   riografia sulla resistenza, che, secondo De Felice, " ha assunto un carattere di vulgata"
                   (ibi,  p.  IX).








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