Page 357 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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356 JEAN-LOUIS RICCIOLI
teggiamento possa avere di dannoso per la situazione sul terreno tentano,
senza successo, di far cambiare idea alla Francia Combattente. Dopo una
parentesi durante la quale il governo provvisorio cerca di sfruttare le or-
ganizzazioni antifasciste italiane (fra le quali il PCI <9>), il riconoscimento
nel marzo 1944 del governo Badoglio da parte dell'URSS induce di nuovo
il CFLN ad adottare un atteggiamento di rifiuto: dall'aprile 1944, l'Italia
ritorna ad essere, più che mai, un paese nemico. Quest'atteggiamento com-
prende la resistenza italiana e si traduce, nel luglio 1944, col rifiuto puro
e semplice di nominare in Italia un ufficiale francese per assicurare la coo-
perazione tra le unità della resistenza francese e i partigiani italiani. Nel
settembre 1944, allorquando le unità di partigiani italiani sono sottomes-
se ad una forte pressione da parte dei tedeschi, il governo francese rifiuta
di nuovo di ufficializzare una qualunque cooperazione militare nelle Alpi.
Così come nell'ottobre del medesimo anno esso rifiuterà l'installazione a
Parigi di un corrispondente della Resistenza italiana. Quest'atteggiamen-
to tocca il culmine allorquando il governo francese tenterà di ostacolare
il vettovagliamento dei partigiani italiani da parte degli Alleati a partire
dalle basi delle retrovie alleate del sud della Francia. Viene ordinato di
fare cessare la collaborazione esistente con i partigiani italiani nelle Alpi,
di disarmare e di internare coloro che si sarebbero rifugiati in Francia.
A loro viene lasciata soltanto la scelta tra il lavoro obbligatorio e l'arruola-
mento nella Legione Straniera.0°>
Le istruzioni impartite alle truppe francesi nelle Alpi
Il governo francese desidera fortemente che il suo atteggiamento sia
recepito sul fronte delle Alpi tramite le autorità che detengono i comandi,
siano esse territoriali che operative. Ma, per quanto riguarda queste ulti-
me, prese tra una situazione di collaborazione efficace preesistente e l'at-
teggiamento ostile delle autorità superiori, la situazione è spesso con-
traddittoria.
Da un lato, dal mese di maggio 1944, i capi delle forze di resistenza
francesi e italiane delle Alpi Marittime e del Piemonte regolano da sé le
condizioni di passaggio del confine da parte degli uni e degli altri. I primi
contatti avvengono l' 11 maggio al passo del Sautron (valle della Maira).
(9) Citato da Pierre Guilleo, "I Francesi e la Resistenza italiana" in Revue d'Histoire de
la seconde guerre mondiale, n. 143, luglio 1986.
(10) Vedi Pierre Guilleo, ibidem.
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