Page 38 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
P. 38
38 ELENA AGA ROSSI
l'altro. Nella pianificazione alleata le operazioni in Italia ebbero sempre
la funzione molto limitata di contenimento delle forze tedesche e si svilup-
parono dall'iniziale decisione di uno sbarco in Sicilia (operazione Husky),
al successivo sbarco di Salerno (operazione Avalanche), fino alla decisione
di prendere Roma. È importante sottolineare che, al di là dei diversi orien-
tamenti strategici, al momento della decisione di aprire un nuovo fronte
proprio in Italia, l'obiettivo ufficiale, accettato sia dagli inglesi che dagli
americani, non fu quello di liberare al più presto il nostro paese dai tede-
schi, ma quello di provocare il collasso del partner più debole dell'Asse
e di attrarre e tenere impegnate quante più divisioni tedesche possibili,
per alleggerire il fronte orientale, rispondendo così alle pressanti richieste
sovietiche di un secondo fronte. Poiché la preparazione dello sbarco in
Normandia si stava dimostrando più lenta del previsto, era necessario uti-
lizzare le forze rese disponibili dopo la liberazione del nord-Africa: l' occu-
pazione della Sicilia e poi dell'Italia meridionale furono scelte come gli
obiettivi più facili da raggiungere. La caduta di Mussolini e la richiesta
di un armistizio da parte del nuovo governo Badoglio sembrarono confer-
mare che era stata fatta la scelta migliore. All'inizio della campagna d'Ita-
lia il Comando inglese e Churchill sperarono che una rapida avanzata e
un ritiro delle torze tedesche portasse ad un rafforzamento del fronte ita-
4
liano e ad un almeno parziale controllo dei Balcani.<> Questa speranza
svanì ben presto, sia per la mancata collaborazione da parte dell'Italia al
momento dell'armistizio e alla disgregazione del suo esercito, sia per la
inattesa resistenza tedesca. I piani alleati prevedevano la liberazione di Roma
per l'ottobre del1943 e invece all'inizio di quel mese le loro truppe erano
arrivate solo a Napoli. A quel punto soltanto una modifica dei piani com-
plessivi, che prevedevano per novembre il ritiro di alcune divisioni dal
teatro italiano in vista dello sbarco in Normandia, avrebbero potuto im-
pedire il rallentamento dell'avanzata. I comandi americani furono contra-
ri a qualunque cambiamento di piani. Fin dall'inizio gli americani avevano
considerato la campagna d'Italia come un'inutile dispersione delle forze
necessarie per arrivare al più presto ad uno sbarco in Normandia, o, nel-
l'ottica .più favorevole, come una.parte della riserva di truppe da impiega-
re al momento opportuno in Francia, e quindi subordinarono ogni decisione
sulle forze operanti in Italia alle scelte riguardanti il fronte occidentale.
(4) Sulle speranze suscitate dall'armistizio italiano si veda E. Aga Rossi, Una nazione allo
sbando, Bologna, il Mulino, 1993, p. 133-135. Sulla delusione che ne seguì si vedano
i diari di Alan Brooke, capo dello Stato Maggiore Imperiale, (Trionfo in Occidente) e
le memorie di Churchill.
II-VOLUME-QUINTO_ANNO.indd 38 07/03/16 14:52

