Page 41 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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LA  CAMPAGNA  D'ITALIA:  GLI  ANGLO-AMERICANI                      41

               che la Gran Bretagna alla  fine  della guerra avrebbe dovuto avere "potenti
               forze in Austria e da  Trieste verso nord, per non cedere l'Europa centrale e meridio-
               nale completamente alla influenza e al controllo sovietico '~.<9l L'ipotesi di uno sbar-
               co in !stria continuò ad essere discussa nell'ottobre e novembre del 1944,
               e il generale Wilson, ora comandante delle forze alleate in Italia, preparò
               anche un piano (Medcos 5) per la sua attuazione, ma lo stallo delle opera-
               zioni  in Italia a  partire dal  novembre e la  mancata  ritirata tedesca  dalla
               Jugoslavia,  lo  fecero  scartare  definitivamente.
                    La storiografia già da tempo ha sottomesso a revisione critica la stra-
               tegia alleata nel Mediterraneo in generale, e, in particolare, alcune specifi-
               che  decisioni  militari.  In  realtà,  nella  condotta  della  Campagna  d'Italia
               furono commessi molti errori da parte dei comandi alleati, quali un' ecces-
               siva prudenza nelle operazioni, poca flessibilità a livello dei comandi, una
               mancanza di pianificazione a lungo termine e così via. Ad Anzio, ad esem-
               pio, si ripeté quello che si era già verificato a Salerno. Non venne sfrutta-
               to  l'elemento  sorpresa e si  dette  il  tempo  a  Kesselring  di  fare  accorrere
               nuove  divisioni,  che  avrebbero  poi  impedito  ogni  tentativo  di  avanzata
               alleata.0°l La  mancanza di coordinamento, gli scontri personali tra i vari
               comandanti e la generale indecisione, caratterizzarono i due anni di guer-
               ra in Italia. Comunque, se  teniamo presente che l'unico obiettivo chiaro
               da parte alleata  era  di  bloccare le  forze  tedesche  con  il  minimo di  forze
               possibile, si  può sostenere che questo obiettivo fu  pienamente raggiunto,
               anche se con gravissimi costi per la popolazione italiana. Proprio per di-
               minuire il rischio di perdite nelle truppe alleate, la loro avanzata era pre-
               ceduta da intensi bombardamenti delle zone contestate, con la distruzione
               di  paesi,  e perdite nella  popolazione civile. Fin dall'inizio  i piani alleati
               sottovalutarono la capacità di resistenza tedesca.  Per tutto il  1944, come
               già nel 1943, le autorità militari alleate continuarono a sperare in un crol-
               lo  improvviso della Germania, o almeno in un ritiro delle  forze  tedesche
               sulle Alpi, per poter proseguire l'avanzata. Dopo i successi dell'estate 1944
               il  fronte  si  fermò  per un altro inverno sulla linea gotica,  in un continuo
               logoramento dei  due eserciti contrapposti:  ogni tentativo alleato  di  rom-


                (9)  Prime Minister Personal Minute D(Octagon) 4/4,9 September  1944, Churchill Pa-
                   pers 20/153, cit.  in M. Gilber,  Winston  S. Churchill:  Road to  Victory  1941-1945 Lon-
                   don,  1986, p. 948. Si veda anche M. Matloff, Strategie Planningfor Coalition  Warfare,
                   1943-1944,  Washington,  1959,  p.  164-66.
               (10)  Lo  sbarco di Anzio è stato oggetto di molti studi, da quello di Martin Blumenson;
                   The Gamble that Fai/ed,  Philadelphia, Lippincot,  1963 ad oggi. Nella biblioteca del-
                   la Hoover Institution a Stanford sono elencati non meno di  18 studi specifici dedi-
                   cati  a  questo  episodio.








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