Page 44 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               continua a  riproporsi, ricevendo ancora  risposte contrastanti.  Per esem-
               pio, un autore americano, Eric Morris, in un libro recentemente tradotto
               in italiano con il significativo titolo La guerra inutile, sostiene che la Cam-
               pagna d'Italia  non  servì  nessuno  scopo  militare e  costò  invece  molto  in
               vite umane e in distruzioni del paese. Questo punto di vista è discutibile
               e aperto a molte obiezioni. Dal punto di vista italiano, nonostante le enor-
               mi  sofferenze  inferte  alla  popolazione,  si  può  ipotizzare  che  distruzioni
               ancora peggiori avrebbero potuto risultare dai bombardamenti alleati, che
               indubbiamente avrebbero continuato a colpire le città italiane come quel-
               le tedesche, finché l'Italia fosse rimasta alleata della Germania nazista. Inol-
               tre,  lo  sbarco  in  Sicilia  fu  determinante  nella  caduta  di  Mussolini  e
               soprattutto nella decisione del governo italiano di firmare un armistizio.
               Nei. due anni seguenti, anche se a costo di una guerra civile, l'Italia si schierò
               ufficialmente dalla parte degli anglo-americani, contribuendo, con le  for-
               ze  armate regolari  e con  il  movimento  di  resistenza,  alla  liberazione  del
               paese.  Nel  1946 furono  possibili  le  prime lezioni  in  cui  la  popolazione
               poté scegliere la forma istituzionale ed eleggere i deputati alla costituente.
                    Se l'Italia avesse continuato la guerra a fianco della Germania, rima-
               nendo probabilmente occupata da truppe tedesche, e avesse firmato la re-
               sa soltanto alla fine, insieme con la Germania, avrebbe perso ogni possibilità
               di difendere l'integrità del proprio territorio, che sarebbe stato considera-
               to un bottino di guerra.  Certamente avrebbe perso Trieste ed una parte
               piu ampia del territorio confinante con la Jugoslavia,  oltre che maggiori
               modifiche al confine con la Francia. Anche la sovranità italiana sulla Sici-
               lia  e sulla Sardegna avrebbe potuto essere  messa  in dubbio,  rafforzando
               così i movimenti separatisti, mentre il trattato di pace sarebbe stato anco-
               ra più punitivo. Soprattutto non sarebbe emersa subito una forte elite po-
               litica antifascista e democratica con sufficiente autorità per porre le  basi
               di una democrazia, con la possibilità che l'Italia rimanesse per anni occu-
               pata dalle  forze  alleate  o addirittura divisa  in  zone  di  controllo,  come è
               successo  alla  Germania.






















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